AGI - Il nuovo leader della transizione siriana, Ahmed al Charaa, precedentemente conosciuto con il nome di battaglia Abu Mohamed al Jolani, ha affermato che la Siria deve unirsi e creare un "contratto sociale" tra lo Stato e tutte le religioni per "garantire la giustizia sociale". In un messaggio pubblicato oggi sul suo account Telegram, al-Charaa ha affermato che ora "dobbiamo avere la mentalità dello Stato, non quella dell'opposizione". Ha aggiunto che "la Siria deve rimanere unita e ci deve essere un contratto sociale tra lo Stato e tutte le sette (religioni) per garantire la giustizia sociale".
Al Charaa era a capo del gruppo islamista Organizzazione per la Liberazione del Levante, che ha rovesciato il regime di Bashar al-Assad e il cui gruppo è erede dell'ex affiliato siriano di al-Qaeda. Nel messaggio di oggi, ha aggiunto che l'attuale governo "gestira'" gli affari del Paese "da una prospettiva istituzionale e legale, e cercheremo di ottenere il meglio per il popolo siriano".
Al Charaa ha anche osservato nel suo messaggio che la realtà del Paese è "estenuante" e la "portata della distruzione e' grande". Per questo motivo, ha fatto appello agli sforzi congiunti "di tutti i siriani all'interno e all'esterno del Paese". Ha inoltre annunciato che "le fazioni si dissolveranno e i combattenti saranno pronti a unirsi al Ministero della Difesa e tutti saranno soggetti alla legge".
Ha poi avvertito che il nuovo governo "deve controllare il settore industriale e i piani di sviluppo che servono alla sicurezza alimentare". Questo perché, ha aggiunto, le risorse umane del regime sono minime e "la condizione del regime si sta deteriorando culturalmente e socialmente". Al Charaa ha avuto un incontro con l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen. L'ufficio dell'inviato speciale ha dichiarato che Pedersen, dopo aver incontrato a Damasco la nuova leadership dell'amministrazione che ha spodestato il precedente regime, ha parlato "dell'intenzione delle Nazioni Unite di fornire tutta l'assistenza possibile al popolo siriano".
Pedersen, che si trova a Damasco dal 16 dicembre e ha "numerosi impegni in programma nei prossimi giorni", senza fornire ulteriori dettagli, ha affrontato "la necessità di una transizione politica credibile e inclusiva, guidata e controllata dai siriani, basata sui principi della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". La risoluzione 2254, del 2015, chiede un processo politico guidato dal popolo siriano e sotto l'egida delle Nazioni Unite per porre fine alla crisi nel Paese arabo, nonché la formazione di un governo credibile e legittimo, un calendario e un processo per la stesura di una nuova costituzione.
A Damasco, Pedersen è stato anche informato sulle "sfide e le priorita'", ha detto il funzionario delle Nazioni Unite, senza fornire ulteriori dettagli. Al Charaa ha anche discusso con Pedersen dell'importanza di fornire un "ambiente sicuro per il ritorno dei rifugiati" nella nuova Siria senza al-Assad.