AGI - Per ora il presidente Javier Milei una pietra miliare l'ha raggiunta: è riuscito a far uscire l'Argentina dalla recessione che durava da un anno. Ma per completare l'opera dovrà rendere la crescita economica costante nel tempo e soprattutto alzare il tenore di vita degli argentini. Questa la sfida del presidente che sta ribaltando i paradigmi economici e politici del passato che hanno condotto il paese alla bancarotta. L'Argentina, scrive il Financial Times, è uscita da una grave recessione nel terzo trimestre, una pietra miliare per il tentativo del presidente 'libertario' di porre fine alla lunga crisi economica del paese. Tra luglio e settembre il Pil, rispetto al trimestre precedente, ha registrato un +3,9%, segnando il primo trimestre di crescita del paese da quando è entrato in recessione alla fine del 2023. A livello tendenziale invece la contrazione è del -2,1%.
La ripresa è arrivata mentre Milei festeggia un anno di presidenza durante il quale ha "portato avanti brutali tagli alla spesa e una feroce spinta alla deregolamentazione", scrive ancora Ft. 'El Loco' è riuscito a ridurre l'inflazione annuale perennemente a tre cifre e questo traguardo lo ha reso uno dei leader più importanti della destra globale, ottenendo consensi entusiastici da parte del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump e da uno dei suoi più stretti consiglieri, il miliardario Elon Musk. In netto miglioramento anche la sostenibilità del debito pubblico, altro tallone d'Achille del paese (basti ricordare la vicenda del defualt dei bond argentini). Gli interessi che il governa paga sui titoli di Stato sono scesi al 4,4% con lo spread sui Treasury Usa ridotti a 677 punti base dagli oltre 2.000 punti di quando Milei è entrato in carica.
La crisi economica argentina - causata in gran parte dai governi precedenti che stampavano moneta alimentando l'inflazione che finanziava la spesa pubblica - è peggiorata nei primi mesi della presidenza, con l'aggravarsi dell'austerità e dell'inflazione. Il rovescio della medaglia della cura da cavallo a cui Milei ha sottoposto il Paese è rappresentato dal balzo di 11 punti del tasso di povertà del paese al 53% nella prima metà del 2024. JPMorgan si aspetta una contrazione dell'economia del 3% quest'anno, mentre prevede un rimbalzo del 5,2% nel 2025. Ciò riporterebbe il Pil pro capite al livello del 2021, quando l'economia stava emergendo dalla pandemia. La crescita è guidata, scrive il quotidiano finanziario, da una ripresa della spesa al consumo, degli investimenti di capitale e dalla forte crescita delle esportazioni agricole e minerarie mentre la manifattura e l'edilizia rimangono profondamente depresse.
Gli analisti hanno avvertito che la sfida finale di Milei sarà quella di garantire una crescita duratura che inizi a migliorare gli standard di vita degli argentini. Questo se vorrà prevalere alle elezioni di medio termine previste a fine 2025, dove il partito di opposizione La Libertad Avanza, spera di incrementare la piccola minoranza parlamentare che ha al momento.