AGI - I ribelli siriani hanno dichiarato che il leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, Abu Mohammed al-Jolani, è arrivato a Damasco poche ore dopo che i combattenti hanno preso la capitale e hanno annunciato di aver spodestato il presidente Bashar al-Assad, la residenza del quale è stata saccheggiata. Assad è fuggito a Mosca con alcuni familiari, secondo quanto annunciato dal Cremlino. Secondo le agenzia russe il governo ha concesso asilo ad Assad e ai suoi familiari per motivi umanitari. Un video mostra il capo dei ribelli inginocchiato in un campo e con la testa a terra. I siriani si sono svegliati in un Paese cambiato, quando i ribelli sono entrati a Damasco dopo meno di due settimane di offensiva lampo, dichiarando di aver rovesciato il "tiranno" Assad, fuggito dalla Siria, come ha confermato Mosca senza fornire altri dettagli.
In una dichiarazione letta dalla televisione di Stato siriana, di cui i ribelli hanno preso il controllo, Jolani ha dichiarato: "Continuiamo a lavorare con determinazione per raggiungere gli obiettivi della nostra rivoluzione... Siamo determinati a completare il percorso iniziato nel 2011". Quell'anno, Assad ha represso i manifestanti pacifici a favore della democrazia, innescando un complesso conflitto che ha attirato eserciti stranieri e jihadisti.Nella dichiarazione televisiva si legge che "non smetteremo di combattere finché non saranno garantiti tutti i diritti del grande popolo siriano. Il futuro è nostro e ci stiamo muovendo verso la vittoria".
Questa mattina uomini armati hanno anche fatto irruzione nel giardino della residenza dell'ambasciatore d'Italia a Damasco. Lo ha confermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa successivo alla riunione dell'Unità di crisi della Farnesina sulla situazione in Siria. "Non ci sono state violenze né nei confronti dell'ambasciatore né verso i carabinieri - ha detto Tajani -. Hanno portato via tre automobili. La situazione è completamente sotto controllo".
Inoltre, l'Ong con sede nel Regno Unito, che ha una vasta rete di partner sul posto, ha affermato che "i funzionari di sicurezza del regime si sono ritirati dall'aeroporto internazionale di Damasco dopo il decollo di un aereo privato che probabilmente trasportava Bashar al-Assad".
Al momento non ci sono comunicazioni da parte del governo fedele ad al-Assad. "Questo è il momento che gli sfollati e i prigionieri aspettavano da tempo, il momento di tornare a casa e il momento della libertà dopo decenni di oppressione e sofferenza", ha aggiunto l'alleanza islamista in un comunicato.
Nel frattempo, fonti presenti a Damasco hanno riferito della presa dell'edificio principale della radiotelevisione siriana da parte di uomini armati non identificati, che hanno ordinato di lasciare i locali, mentre migliaia di persone si sono radunate in piazza degli Omayyadi, uno dei punti nevralgici della città, dove, oltre alla stazione televisiva, si trovano le sedi del ministero della Difesa e dell'esercito. Gli islamisti hanno anche confermato la presa della prigione militare di Saydnaya, situata a circa 30 chilometri a nord di Damasco e uno dei centri di repressione del regime di Bashar al-Assad, e la liberazione dei suoi prigionieri.
Poche ore prima, i ribelli guidati dall'Organizzazione per la Liberazione del Levante (Hayat Tahrir al Sham o HTS, in arabo), erede dell'affiliata siriana di Al Qaeda, hanno annunciato la totale cattura della città di Homs, situata a circa 160 chilometri a nord di Damasco, un'estremizzazione che è stata negata al momento dall'esercito fedele a Damasco.
Tuttavia, Al Jazeera ha riferito di festeggiamenti nelle strade di Homs, dove centinaia di persone si sono riunite presso l'iconica "rotonda dell'orologio" nel centro della città, chiedendo la caduta del presidente siriano.
L'Iran, la caduta di Assad non distruggerà l'asse di resistenza
La caduta del governo siriano è stata una battuta d'arresto che non distruggerà 'l'asse della resistenza'. Lo ha detto il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, alla televisione di stato iraniana. L'Iran continuerà a sostenere i gruppi militanti e, anche senza la Siria, la resistenza "troverà la sua strada", "è stata in grado di armarsi e trovare la sua strada e lo farà di nuovo".
Biden, Assad dovrà essere ritenuto responsabile
Il deposto leader siriano Bashar al-Assad deve essere "ritenuto responsabile". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Biden, la caduta del regime atto di giustizia
"Finalmente il regime di Assad è caduto. Questo regime ha brutalizzato, torturato e ucciso letteralmente centinaia di migliaia di siriani innocenti. La caduta del regime è un atto fondamentale di giustizia. È un momento di opportunità storica per il popolo siriano che ha sofferto a lungo per costruire un futuro migliore per il suo orgoglioso paese". Lo ha detto il presidente Usa, Joe Biden, in un discorso dalla Casa Bianca.
Al-Jolani, una vittoria per l'intera nazione islamica
Il leader del principale gruppo dietro l'opposizione armata siriana, Abu Mohammad al-Jolani, ha definito la caduta del presidente Bashar al-Assad una "vittoria per l'intera nazione islamica" nelle sue prime dichiarazioni pubbliche dopo la presa di Damasco da parte dei ribelli. "Questa vittoria, fratelli miei, è una vittoria per l'intera nazione islamica. Questo nuovo trionfo, fratelli miei, segna un nuovo capitolo nella storia della regione", ha detto il leader di Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), un gruppo formatosi da un ex affiliato di Al Qaeda. In un discorso pronunciato all'interno di una moschea della capitale, Jolani ha aggiunto che la Siria è stata un "parco giochi per le ambizioni iraniane, diffondendo settarismo e fomentando corruzione", ma ora "la Siria viene purificata dalla grazia di Dio Onnipotente e attraverso gli sforzi degli eroici Mujahideen".
Ong, dall'inizio dell'offensiva 910 morti tra cui 138 civili
Più di 900 persone, tra cui 138 civili, sono state uccise dall'inizio dell'offensiva dei ribelli culminata nella presa di Damasco. Lo rende noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani. L'Ong con sede in Gran Bretagna ha affermato di avere prove, "dal lancio dell'operazione il 27 novembre, di 910 persone uccise". Il bilancio include 138 civili, 380 soldati siriani e combattenti alleati e 392 ribelli.
La tv di stato: "Il regime "criminale" di Assad è caduto"
La televisione di stato siriana ha trasmesso un messaggio che proclama la "vittoria" della rivolta e la caduta del regime "criminale" di Bashar Assad con un messaggio a tutto schermo a grandi caratteri bianchi su uno sfondo prevalentemente rosso.
Saccheggiata la residenza di Assad, fine della paura
Nella lussuosa residenza di Bashar al-Assad a Damasco, saccheggiata questa mattina, Abu Omar si aggira da una stanza all'altra, scattando foto per immortalare la caduta dell'odiato presidente siriano. "Sono venuto per vendicarmi, perché ci ha oppressi in modo incredibile", dice il 44enne, che si rifiuta di dare il suo cognome. "Sto scattando foto perché sono così felice di essere in mezzo alla sua casa". Uomini, donne e bambini si muovono tra le stanze e le scale della residenza del capo di Stato, fuggito da Damasco, nell'elegante quartiere di Malki. La residenza, composta da tre edifici di sei piani, è stata saccheggiata in precedenza, dopo la presa di Damasco. Secondo i giornalisti, un dipinto di Assad è sul pavimento all'ingresso del piano terra, circondato da un vasto giardino con una fontana. Sui social network si può vedere un video di una folla nelle camere da letto, che si avventa su vestiti ed effetti personali, oltre che su borse di marchi di lusso, tra cui Vuitton.
Assaltata l'ambasciata iraniana a Damasco
I ribelli hanno assaltato e saccheggiato l'ambasciata iraniana a Damasco. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale di Teheran Irna, secondo cui "alcuni elementi armati sono entrati nell'edificio dell'ambasciata della Repubblica Islamica". Le immagini diffuse sui social mostrano i ribelli che strappano i manifesti di Qassem Soleimani, ex comandante della forza Quds dell'IRGC, e di Hassan Nasrallah, ex leader di Hezbollah, e danneggiano il mobilio dell'ambasciata. Secondo quanto riferito, il personale aveva già lasciato la struttura.
Trump: "Assad è fuggito dopo aver perso il sostegno russo"
Bashar el-Assad è "fuggito" dalla Siria dopo aver perso il sostegno della Russia. Lo ha detto il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. "Assad se n’è andato", ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. "Il suo protettore, la Russia guidata da Vladimir Putin, non era più interessato a proteggerlo".
Abbattuta a Damasco la statua ad Hafez al-Assad
È stata abbattuta e calpestata la statua eretta a Damasco in onore del padre del presidente Bashar al-Assad, Hafez, morto nel 2000. I video mostrano decine di persone che tirano il monumento giù dal piedistallo. Hafez al-Assad è stato alla guida della Siria dal 1971 fino alla sua morte, instaurando un regime brutale e liberticida, prima che suo figlio Bashar salisse al potere.
La folla si muove liberamente intorno al palazzo presidenziale vuoto, riporta Ria Novosti, nessuno vigila più sull'edificio. Miliziani e abitanti simpatizzano lungo la centrale piazza Omayyade, dove si trovano gli edifici della televisione di stato siriana e lo stato maggiore delle forze armate, ma anche i carri armati lasciati dai militari in fuga.
Tajani, in costante contatto con Meloni e Crosetto
Antonio Tajani è "fin dalle prime ore in contatto con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni" sull'evolversi della crisi in Siria. Lo ha detto lo stesso vicepremier e ministro degli Esteri nel corso di un punto stampa dopo la riunione dell'Unità di crisi della Farnesina in proposito. "Siamo pronti, naturalmente, a fare tutto cò che serve se i nostri connazionali dovessero essere in pericolo e dovessero lasciare la Siria. In questo momento non abbiamo richieste - ha aggiunto Tajani -.
Questa notte una quindicina di nostri connazionali ha varcato la frontiera tra Siria e Libano, con il sostegno della nostra ambasciata a Beirut. Sono al momento sistemati in alcuni conventi a Beirut".
"E' importante che rimanga l'unità politica della Siria - ha sottolineato di Tajani - ed è importante che non vengano attaccate le minoranze a cominciare dalla minoranza cristiana e che non vengano attaccate le sedi diplomatiche. Ho parlato anche con il nunzio apostolico a Damasco proprio delle minoranze cristiane e i messaggi che mi ha dato sono abbastanza positivi. Noi auspichiamo un passaggio di consegne tra il regime che è caduto e la nuova realtà che sia pacifico, quindi che ci sia una transizione politica e non militare. Mi pare che in questo momento le cose vadano in questa direzione".
Fidan, "Assad è il passato, ora la Siria sia unita"
l ministro degli Esteri turco Hakan Fidan era partito per Doha per incontrare il collega russo Sergej Lavrov e iraniano Abbas Araghchi. Per i tre ministri la missione impossibile era rilanciare il processo di Astana, attraverso cui i tre Paesi dal 2017 avevano imposto alla Siria una pace di facciata, che ha fallito nel dare al Paese un indirizzo politico. Invece che rilanciare Astana, gli incontri di Doha hanno costituito l'occasione per prendere atto della fine del regime della Famiglia Assad.
Per anni mantenuto al potere proprio da Mosca e Teheran, ma inviso alla Turchia, è stato proprio Fidan a parlare di una svolta. "Il regime è crollato ed è probabile che Assad si trovi all'estero. Ora vogliamo che il nuovo governo lavori per unire il popolo siriano. Crediamo nel ritorno dei profughi e stiamo lavorando in questa direzione", ha dichiarato il ministro turco. Proprio il timore di nuovi flussi di profughi aveva fatto tremare la Turchia nei primi giorni dell'operazione lanciata dai ribelli.
Al contrario, invece di flussi in entrata, moltissimi siriani hanno abbandonato la Turchia per fare ritorno nei luoghi di origine. Una circostanza che ha ribaltato la prospettiva del governo turco, che ha scaricato Assad. "La guerra è stata congelata con il processo di Astana, non grazie ad Assad, che è stato fallimentare sotto vari aspetti. Più volte abbiamo chiesto a Damasco di dialogare con l'opposizione, ma le risposte sono sempre state negative. Ora è arrivato per i siriani il momento di tornare a casa e il nuovo governo deve evitare di cercare vendette. Ma lavorare per unire il Paese. Noi siamo pronti a lavorare al loro fianco", ha detto Fidan.
Mosca, "Bashar ha lasciato il Paese"
Bashar Assad ha lasciato la Siria dopo aver dato ordine che ci fosse un pacifico passaggio di potere. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo citato dalla Bbc. Mosca ha aggiunto che non è chiaro dove si trovi e che il ministero non ha preso parte ai colloqui sulla sua partenza. "Seguiamo con estrema preoccupazione i drammatici eventi in Siria. Il ministero degli Esteri russo ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte affinché rifiutino l'uso della violenza e risolvano tutti i problemi di gestione con mezzi politici".
"A questo proposito, la Federazione Russa è in contatto con tutti i gruppi dell'opposizione siriana", si legge nella nota. "Chiediamo rispetto per le opinioni di tutte le forze etnico-confessionali nella società siriana, sosteniamo gli sforzi per stabilire un processo politico inclusivo basato sulla risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottata all'unanimità", ha osservato il dipartimento diplomatico. Il ministero degli Esteri ha sottolineato che allo stesso tempo vengono adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini russi in Siria. "Le basi militari russe in Siria sono in massima allerta. Al momento non vi è alcuna seria minaccia alla loro sicurezza", ha riferito il servizio diplomatico.
Macron, "il regime barbaro è caduto"
Il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con soddisfazione il fatto che "lo stato di barbarie" sia "caduto" in Siria con la caduta del presidente Bashar al-Assad, ma ha sottolineato che la Francia rimarrà "impegnata per la sicurezza di tutti" nella regione. "Lo stato di barbarie è caduto. Finalmente", ha esultato il Macron sul social network X. "La Francia resterà impegnata per la sicurezza di tutti in Medio Oriente", ha aggiunto, alla luce delle incertezze che circondano questo cambio di regime.
Ue, "la fine del regime attesa da tempo"
"La fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Mostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran. La nostra priorità è garantire la sicurezza nella regione. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione". Lo scrive su X l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas. "Sono in stretto contatto con i ministri della regione. Il processo di ricostruzione della Siria sarà lungo e complicato e tutte le parti devono essere pronte a impegnarsi in modo costruttivo", aggiunge.
Metsola, "il dittatore è caduto; critiche le prossime ore"
"Il dittatore è caduto - scrive su X la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola -. E' chiaro che il brutale governo di Bashar al-Assad durato 24 anni è finito, mentre il suo regime giace a brandelli. Questo è un periodo critico per la regione e per i milioni di siriani che vogliono un futuro libero, stabile e sicuro. Ciò che accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni è importante. Il dialogo, l'unità, il rispetto dei diritti fondamentali, il diritto internazionale devono caratterizzare i prossimi passi".
Iran, "il futuro sia deciso dai siriani senza interferenze"
L'Iran ha dichiarato che il futuro della Siria deve essere deciso dal suo popolo senza interventi esterni dopo la caduta del governo del presidente Bashar al-Assad, finora alleato di Teheran. "Il futuro della Siria è di esclusiva responsabilità del popolo siriano. Senza interventi distruttivi o imposizioni esterne", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri iraniano.
I talebani si congratulano con popolo e ribelli
Il governo talebano dell'Afghanistan si è congratulato con il popolo siriano e con i ribelli a guida islamica che hanno dichiarato di aver conquistato Damasco e spodestato il presidente Bashar al-Assad. "Esprimiamo la speranza che il processo di transizione del potere si svolga in modo allineato con le aspirazioni del popolo siriano, aprendo la strada all'istituzione di un governo islamico indipendente e orientato al servizio", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri, in cui si chiede che la Siria possa "progredire libera da interferenze esterne".