AGI - I Repubblicani al Senato hanno vinto il secondo braccio di ferro con Donald Trump: con la rinuncia di Matt Gaetz a occupare il posto di ministro della Giustizia, i big del partito hanno fatto capire al Presidente eletto che la vittoria piena alle elezioni del 5 novembre non gli hanno consegnato un potere assoluto. I senatori avevano già inferto al tycoon uno stop, eleggendo John Thune leader di maggioranza al Senato, contro il candidato sponsorizzato da Trump e da Elon Musk, Rick Scott. La rinuncia di Gaetz è arrivata al termine di frenetiche consultazioni da cui era emerso chiaramente che la nomina ad attorney general non avrebbe superato l'esame del Senato, l'organo chiamato a ratificare le nomine governative. Inoltre le audizioni avrebbero squadernato davanti a milioni di americani, nelle molto attese dirette televisive, tutte le storie imbarazzanti legate alla partecipazione di orge e il sospetto che Gaetz, come ha raccontato una testimone, fece sesso con una minorenne. L'inchiesta condotta dal dipartimento Giustizia aveva fatto cadere le accuse, ma l'indagine della commissione etica della Camera era arrivata a conclusioni diverse.
BREAKING: Gaetz withdraws from consideration for attorney general.
— Kyle Cheney (@kyledcheney.bsky.social) 21 novembre 2024 alle ore 18:27
[image or embed]
L'annuncio del ritiro è arrivato a sorpresa nei tempi, ma non come epilogo. Gaetz era ormai troppo compromesso, dopo che l'Fbi aveva reso pubblici i tracciamenti dei pagamenti effettuati attraverso la app Venmo dall'allora deputato a una serie di escort che avevano partecipato alle orge. "E' chiaro - ha dichiarato su X l'ex deputato - che la mia conferma stava diventando ingiustamente una distrazione al lavoro molto importante della transizione Trump-Vance". "Non c'e' tempo da sprecare - ha aggiunto - per questo ritiro il mio nome preso in considerazione come Attorney General". Trump lo ha ringraziato attraverso la piattaforma social Truth: "Stava facendo molto bene - ha commentato, riferendosi a Gaetz - ma allo stesso tempo non voleva rappresentare una distrazione per l'amministrazione, e per la quale lui ha molto rispetto. Matt ha un magnifico futuro e non vedo l'ora di assistere alle grandi cose che farà". Gaetz si era dimesso dal Congresso la settimana scorsa, dopo che Trump ne aveva annunciato la nomina a nuovo ministro della Giustizia. Mercoledì aveva partecipato a una serie di incontri con i senatori Repubblicani.
"Deve avere avuto certi segnali", ha commentato la Repubblicana Cynthia Lummis, eletta in Wyoming. Altri senatori avevano preannunciato un'audizione di fuoco, in cui Gaetz sarebbe stato torchiato. Quello deve essere stato il segnale che la strada verso la guida della giustizia si era fatta stretta e impraticabile. E allora prima di uscire umiliato da una bocciatura storica al Senato, Gaetz ha preferito ritirarsi. Il suo potrebbe non essere l'unico caso: travolto dalle accuse di violenza sessuale è il nuovo capo del Pentagono, il conduttore televisivo e veterano Peter Hegseth, sul conto del quale sono uscite nuove rivelazioni, a cominciare dalla testimonianza della sua accusatrice. Anche Tulsi Gabbard, chiamata a guidare l'intera intelligence americana, non convince. Gabbard e' sospettata di essere legata a doppio filo alla Russia e alla Cina, non le migliori credenziali per guidare gli 007 dell'agenzia più grande al mondo.