AGI - La crisi economica in Francia si sta facendo sentire. Auchan ha presentato ai rappresentanti del personale un piano di tagli di 2.389 posti di lavoro, attraverso la chiusura di una decina di negozi. In particolare, Auchan, che impiega circa 54.000 persone in Francia, prevede di tagliare 784 posti all'interno della sede centrale e 915 posti nei negozi. Prevista inoltre la cessazione dell'attività di consegna diretta a domicilio che comporterebbe il taglio di 224 posti di lavoro. E prevede di chiudere una decina di punti vendita non redditizi (466 posizioni eliminate), tra cui tre ipermercati a Clermont-Ferrand Nord (Puy-de-Dome), Woippy (Mosella) e Bar-le-Duc ((Meuse), e in un supermercato, ad Aurillac (Cantal).
Anche Michelin ha annunciato la chiusura di due stabilimenti inattivi in Francia e il taglio di oltre 1.200 dipendenti al lavoro. Il gruppo chiuderà prima del 2026 i siti di Cholet e Vannes, a causa del "crollo" delle vendite di pneumatici per camion e furgoni. La direzione del produttore francese di pneumatici ha annunciato le chiusure ai 1.254 dipendenti delle due fabbriche nell'ovest della Francia, che la temevano da diverse settimane.
Michelin sta attraversando un anno difficile a causa del rallentamento del mercato dei veicoli nuovi e della concorrenza asiatica. "E' il crollo dell'attività che ha causato questa situazione, e voglio dire a tutti questi dipendenti che non lasceremo nessuno indietro", ha detto il ceo di Michelin Florent Menegaux in un'intervista all'Afp. Michelin aveva già ridotto significativamente la sua presenza in Francia e con Poitiers, Toul, Jouè-lés-Tours e La-Roche-sur-Yon avrà chiuso sei stabilimenti in vent'anni. Il gruppo aveva anche annunciato un piano per tagliare 2.300 posti di lavoro in Francia nel 2021: resteranno solo 18.000 dipendenti Michelin dopo la chiusura di Cholet e Vannes, di cui 8.000 nell'industria.
Intanto, la produzione industriale francese è scesa dello 0,9% a settembre rispetto ad agosto, mese in cui ha segnato +1,1%. Secondo l'Insee, la sola produzione manifatturiera è diminuita dello 0,8%, dopo un aumento dell'1,4% ad agosto. Su base annua, la produzione manifatturiera nel terzo trimestre è inferiore dello 0,9% rispetto al terzo trimestre del 2023 e la produzione industriale nel suo complesso è inferiore dello 0,6%.
Il calo mensile è dovuto soprattutto al calo della produzione dell'industria farmaceutica, spiega l'Insee, in forte calo (-11,7%) dopo un mese di agosto "eccezionalmente alto" (+18,8%). Sull'anno la produzione è diminuita fortemente nella produzione di mezzi di trasporto (-5,5%), in particolare nell'industria automobilistica è scesa del 12,8%. E' diminuito significativamente anche nella produzione di beni d'investimento (-2,6%), così come nella cokeria e nella raffinazione (-7,4%).
E' invece aumentata nelle industrie estrattive, energetiche, idriche (+1,5%), nonché nell'industria manifatturiera del gruppo "altri prodotti industriali" (+0,4%) e nelle industrie agroalimentari (+0,4%). L'Insee osserva che la produzione dei principali settori ad alta intensità energetica rimane al di sotto del livello del 2021, nel quadro dei contratti di elettricità e gas negoziati nel 2022 e 2023, anni di inflazione elevata, per il 2024: essi sono "particolarmente esposti all'aumento della loro costi di produzione, che rischiano di gravare sulla loro produzione", osserva l'istituto.
Per questi rami, la produzione del terzo trimestre rimane quindi "nettamente indietro" rispetto a quella del secondo trimestre del 2021, l'ultimo trimestre prima del forte aumento dei prezzi dell'energia. E' il caso dell'industria siderurgica (-24,8% nel periodo), della fabbricazione di vetro e articoli in vetro (-21,2%), della fabbricazione di prodotti chimici di base (-17,8%) e della fabbricazione di pasta di legno, carta e cartone (-11,7%).