AGI - Nel giorno in cui riprendono a Doha i colloqui per un cessate il fuoco a Gaza, un alto funzionario di Hamas ha indicato che il gruppo è aperto a un accordo con Israele. Secondo quanto riporta la stampa israeliana, riprendendo le notizie diffuse da un'agenzia vicina ad Hamas, ad aprire è un membro dell'ufficio politico del movimento, Husam Badran. "Le nostre richieste sono chiare e note e si può raggiungere un accordo, a condizione che Benjamin Netanyahu rimanga impegnato su quanto già concordato", è la posizione di Badran.
Si sono intanto conclusi i colloqui tra il direttore del Mossad David Barnea, il capo della Cia William Burns e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed Al Thani e ci sarebbero stati progressi verso un accordo, ha riferito Yedioth Ahronoth, notando che Barnea, arrivato ieri nella capitale qatarina, è rimasto in serata a Doha per continuare gli incontri. Secondo fonti, ci sarebbero sforzi in corso per allineare le proposte avanzate da Egitto, Usa e Qatar
In proposito il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, uno dei leader più impegnati nella mediazione, ha proposto una tregua di due giorni a Gaza e un limitato scambio di ostaggi per garantire "un cessate il fuoco completo" dopo oltre un anno di guerra. La proposta prevede lo scambio di quattro ostaggi israeliani detenuti a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e sarà seguita da ulteriori negoziati entro 10 giorni, ha dichiarato Sisi in una conferenza stampa al Cairo. Non ha detto se il piano sia stato presentato formalmente a Israele o a Hamas.
Teheran promette risposta "efficace" a Tel Aviv
L'intervento di Sisi è arrivato mentre Israele continua a martellare il territorio palestinese, mentre combatte una guerra contro Hezbollah in Libano e ha appena lanciato attacchi aerei contro il suo principale nemico, l'Iran. Le operazioni di sabato, la seconda volta che Israele si è vendicato degli attacchi di missili balistici iraniani, hanno suscitato appelli globali alla moderazione. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà oggi su richiesta dell'Iran, che ha chiesto all'organismo di condannare gli attacchi che hanno ucciso quattro soldati.
Il capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Hossein Salami, ha avvertito Israele delle "conseguenze amare e inimmaginabili" che ci saranno dopo gli attacchi di sabato contro i siti militari in Iran, che avrebbero causato la morte di un civile, comunicata solo oggi. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Tasnim, il generale Salami, capo dell'esercito ideologico della Repubblica islamica dell'Iran, ha affermato che Israele "non è riuscito a raggiungere i suoi orribili obiettivi" e ha commesso "un errore di calcolo". Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghai, ha detto da parte sua che la Repubblica Islamica risponderà con "fermezza ed efficacia all'aggressione del regime sionista".
Raid israeliano su Tiro, cinque morti
Un attacco israeliano ha colpito questa mattina il centro della città di Tiro, nel sud del Libano, provocando la morte di almeno 5 persone e il ferimento di una decina: lo ha denunciato il ministero della Salute libanese, parlando di bilancio ancora provvisorio.
L'esercito israeliano ha lanciato un appello ai residenti di alcune zone della città affinché lascino le loro case. "Non abbiamo intenzione di farvi del male (...) Dovete immediatamente lasciare l'area segnata in rosso e dirigervi a nord verso il fiume Awali", ha scritto il portavoce dell'esercito in lingua araba, Avichay Adraee, su X, indicando i nomi delle strade interessate dall'appello all'evacuazione.