AGI - Un drone è stato lanciato verso la residenza privata di Benjamin Netanyahu a Cesarea. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano, dopo che l'esercito ha annunciato che un drone proveniente dal Libano aveva colpito una "struttura" in questa città costiera nel centro di Israele. "Il primo ministro e sua moglie non erano presenti e non ci sono state vittime", ha detto l'ufficio di Netanyahu .
Non è chiaro se la residenza fosse la "struttura" a cui si riferisce l'esercito, che in precedenza aveva detto che altri due droni erano stati intercettati. Da alcune ore, il nord di Israele è il bersaglio di razzi lanciati dal Libano. Le sirene dei raid aerei sono state attivate in diverse località. In Libano, due persone sono state uccise in un attacco israeliano che ha preso di mira, per la prima volta dall'inizio della guerra tra Israele e Hezbollah, la strada che collega Beirut al nord del paese, secondo il ministero della Sanità libanese.
Il premier israeliano, niente mi scoraggerà
In un paio di video pubblicati in ebraico e in inglese sui social media, il premier Benjamin Netanyahu ha sottolineato che "niente lo scoraggerà" e che Israele vincerà" questa guerra". Lo riferice il quotidiano Times of Israel. I suoi messaggi sono una risposta dal tono provocatorio all'attacco col drone che in mattinata ha colpito la sua residenza a Cesarea (centro), presa di mira dal Libano. Al momento dell'impatto, Netanyahu e la moglie Sara non erano presenti nell'abitazione di famiglia.
Hezbollah libanese ha sparato razzi e droni nel nord di Israele per un anno a sostegno del movimento islamista palestinese Hamas, che ha effettuato l'attacco senza precedenti del 7 ottobre 2023 al sud di Israele da Gaza. Il movimento filo-iraniano ha rivendicato venerdì la responsabilità degli attacchi alle città di Safed e Haifa (nord) e a una base militare nel centro del paese.
Israele sta conducendo operazioni di terra nelle regioni di confine meridionali del Libano dalla fine di settembre, sostenute da una campagna di attacchi aerei.
Hamas è vivo
Il movimento islamista palestinese Hamas è "vivo e rimarrà tale" nonostante la morte del suo leader Yahya Sinwar ucciso durante un'operazione militare israeliana. Lo ha affermato la guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei. "La sua perdita è certamente dolorosa per il fronte della resistenza" contro Israele "ma non si fermerà affatto con il martirio di Sinwar", ha assicurato la Guida Suprema in un comunicato stampa.
Il corpo di Sinwar, merce di scambio?
Il corpo del leader di Hamas, Yahya Sinwar, potrebbe essere utilizzato come "merce di scambio" in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza. Lo affermano fonti israeliane alla CNN. I resti della 'mente' dell'attacco del 7 ottobre 2023 sono attualmente detenuti in una località segreta in Israele, secondo quanto riportato dai media locali, dopo essere stato ucciso mercoledì scordo dalle forze israeliane nella Gaza meridionale. Due fonti hanno detto alla Cnn che ottenere il rilascio degli ostaggi sarebbe probabilmente la priorità di Israele nel decidere come sfruttare i resti dell'uomo. Più di 100 ostaggi presi durante gli attacchi guidati da Hamas rimangono prigionieri a Gaza. Le autorità israeliane stanno attualmente valutando come "creare rapidamente pressione" su Hamas affinché li lasci andare, ha detto una fonte israeliana. "Se Hamas vuole scambiare i suoi resti con israeliani, vivi o morti, allora va bene", ha affermato. Uno scambio di ostaggi e' probabilmente l'unico modo in cui i resti di Sinwar torneranno a Gaza, ha detto la fonte israeliana, "altrimenti non lo consegneranno".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog hanno tenuto un incontro sulla sicurezza venerdì sulla "finestra di opportunità significativa" che l'uccisione di Sinwar presenta per il ritorno degli ostaggi, ha affermato l'ufficio di Herzog in una dichiarazione. Nelle osservazioni di giovedì, Netanyahu ha anche invitato i membri di Hamas che tengono ancora ostaggi israeliani a deporre le armi e a restituire i prigionieri, affermando che chiunque lo faccia sara' autorizzato a "uscire e vivere".
Gli attacchi della notte
La Protezione civile della Striscia di Gaza ha annunciato la morte di 33 persone in un attacco israeliano contro il campo profughi di Jabalia, nel nord del territorio. "Il numero delle vittime ammonta a 33 morti e decine di feriti", ha detto Mahmoud Bassal, portavoce dell'organizzazione dipendente dal movimento islamico palestinese Hamas, dopo che una fonte medica dell'ospedale Al-Awda ha riferito all'Afp che la sua struttura aveva riportato "22 morti e 70 feriti" in seguito a questo raid che ha colpito la zona di Tal az-Zaatar del campo profughi palestinese.