AGI - Il Presidente degli Stati Uniti Biden ha parlato questa mattina con il primo ministro israeliano Netanyahu. La vicepresidente Harris si e' unita alla chiamata. Biden - rende noto la Casa Bianca con un comunicato - ha affermato il suo impegno per la sicurezza di Israele. Ha condannato inequivocabilmente l'attacco con missili balistici dell'Iran contro Israele il primo ottobre. Sul Libano, l'inquilino della Casa Bianca ha sottolineato la necessità di un accordo diplomatico per far tornare in sicurezza sia i civili libanesi sia quelli israeliani nelle loro case su entrambi i lati della Linea Blu. Il presidente americano ha affermato il diritto di Israele a proteggere i suoi cittadini da Hezbollah, che ha sparato migliaia di missili e razzi su Israele solo nell'ultimo anno, sottolineando la necessita' di ridurre al minimo i danni ai civili, in particolare nelle aree densamente popolate di Beirut. Su Gaza, i leader hanno discusso l'urgente necessita' di rinnovare la diplomazia per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas.
Il Presidente Biden ha anche discusso la situazione umanitaria a Gaza e l'imperativo di ripristinare l'accesso al nord, tra cui il rinvigorimento immediato del corridoio dalla Giordania.
Biden e Netanyahu hanno concordato di rimanere in stretto contatto nei prossimi giorni sia direttamente sia attraverso le loro squadre nazionali di sicurezza I due leader non si parlavano direttamente dal 21 agosto: da allora, si sono intensificate le azioni di Israele contro Hezbollah, tra cui l'uccisione del leader Hassan Nasrallah, fino all'avvio dell'operazione di terra nel sud del Libano a fine settembre. Iniziative di cui l'amministrazione Usa sarebbe stata tenuta all'oscuro o informata all'ultimo minuto, facendo crescere l'irritazione e una crescente sfiducia tra i due alleati, come hanno riportato nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa. Una tensione che si è riverberata anche nel governo israeliano: la missione a Washington di Gallant, che doveva partire martedì sera, è stata rinviata da Netanyahu a dopo la telefonata con Biden. La decisione ha irritato il capo della Difesa, secondo il quale il premier aveva già' dato il via libera.
Nella giornata di mercoledì, una pioggia di razzi dal Libano si è abbattuta sul nord di Israele, uccidendo due persone a Kiryat Shmona mentre un'altra è rimasta gravemente ferita ad Haifa. Nel mirino anche Safed, dove è stato colpito un edificio e un uomo è rimasto leggermente ferito, e incendi sono scoppiati nella zona dell'Alta Galilea e nel Golan. Le sirene sono risuonata ripetutamente durante il giorno: secondo l'Idf, nel giro di dieci minuti nel solo pomeriggio sono stati sparati circa 90 razzi. Ad Hadera un arabo-israeliano ha accoltellato i passanti in quattro punti della città, ferendone sei di cui una gravemente. Combattimenti continuano nel sud del Libano: Hezbollah ha riferito di scontri con le truppe dell'Idf che hanno allargato il raggio di azione dalle aree di confine all'entroterra nella regione meridionale del Paese dei Cedri. Secondo l'Ocha, l'ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari, attualmente "un quarto del territorio libanese è sotto ordine di sfollamento" deciso dall'esercito israeliano. Dall'inizio del lancio di missili di Hezbollah in solidarietà con Hamas l'8 ottobre 2023, ha aggiunto l'agenzia, i morti sono stati 2.083, tra miliziani e civili, e quasi 10 mila i feriti, mentre oltre 600 mila sono state costrette a lasciare le proprie case. Colpito nuovamente anche Dahiyeh, roccaforte di Hezbollah nel sud di Beirut. Le forze armate israeliane hanno fatto sapere di aver "eliminato terroristi durante scontri ravvicinati e attacchi aerei" nelle ultime 24 ore, aggiungendo che "100 obiettivi di Hezbollah sono stati distrutti". Dall'inizio delle operazioni di terra a fine settembre, sono stati lanciati piu' di 1.100 attacchi aerei nel Libano meridionale e tredici soldati hanno perso la vita nei combattimenti, ha riferito l'Idf.
Sinwar è vivo?
Gli Stati Uniti ritengono che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, sia vivo e probabilmente nascosto in un tunnel sotterraneo di Gaza, con degli ostaggi nelle vicinanze. Lo afferma il delegato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk. "Yahya Sinwar rimane colui che prende le decisioni. Rimane, crediamo, vivo e in un tunnel sotto Gaza, tenendo in ostaggio, e probabilmente con ostaggi nelle sue vicinanze", dice McGurk durante una chiamata per le festività principali con i rabbini americani. Questo è l'aggiornamento più dettagliato sullo stato di Sinwar da parte di un alto funzionario statunitense da settimane, se non mesi. Negli ultimi giorni, Sinwar avrebbe ristabilito i contatti con funzionari di Hamas fuori Gaza dopo più' di un mese in cui non si erano avute sue notizie. McGurk ribadisce la convinzione dell'amministrazione Usa che la guerra a Gaza potrebbe finire immediatamente se Sinwar accettasse di rilasciare i restanti 101 ostaggi detenuti a Gaza.
La conferenza sul Libano in Francia
Il 24 ottobre a Parigi si terrà la conferenza internazionale sul Libano annunciata la settimana scorsa dal presidente Emmanuel Macron, che ha l'obiettivo di "mobilitare la comunità internazionale per rispondere ai bisogni della popolazione libanese e individuare modalità di sostegno alle istituzioni del Paese, in particolare alle forze armate, garanti della stabilita' interna". Parteciperanno "gli Stati partner del Libano, l'Onu, l'Unione Europea e le organizzazioni internazionali, regionali e della società civile", ha riferito il Quai d'Orsay. Prosegue l'attività diplomatica nella regione, con la missione in Bahrein e Giordania del capo della diplomazia britannico David Lammy che ha messo in guardia dalla situazione "incredibilmente pericolosa" in Medio Oriente. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, è invece volato in Arabia Saudita dove si è incontrato con il principe ereditario Mohammen bin Salman per parlare degli sviluppi nella regione. Intanto continua l'offensiva delle truppe israeliane a Gaza: nel nord sono tornate a operare con forza tra i timori che Hamas si stia riorganizzando.
Almeno 400 mila civili sono bloccati a causa dell'operazione in corso contro il campo profughi di Jabaliya, ha denunciato il commissario generale dell'Unrwa Philippe Lazzarini, e il ministero della Salute nella Striscia ha riferito che di tre ospedali - Kamal Adwan, Indonesia e al-Awda - l'Idf ha ordinato la chiusura. Nel mirino dei militari, ha fatto sapere l'agenzia di difesa civile gestita da Hamas, anche le città settentrionali di Beit Lahia e Beit Hanun. Per l'agenzia di stampa Wafa, dall'alba sono stati uccisi 60 palestinesi, tra cui 15 morti in un bombardamento sul campo tendato di sfollati a Jabalya. Per la prima volta, un gruppo di 130 soldati israeliani ha esortato il governo a cambiare rotta avvertendo che si rifiuteranno di continuare a combattere nella Striscia per non "sottoscrivere la condanna a morte" degli rapiti ancora nelle mani di Hamas. "È chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi ma mette anche in pericolo la loro vita", si legge in una lettera inviata alle autorita'. L'esercito israeliano ha compiuto un'operazione sotto copertura anche a Nablus, nel nord della Cisgiordania, uccidendo cinque ricercati per attivita' terroristiche, tra cui il comandante della Brigata dei martiri di al-Aqsa nel campo profughi di Balata, Issam al-Salaj.