AGI - L'intervento di Joe Biden all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite è un discorso denso e commosso, che è in parte il bilancio di una lunghissima carriera politica e segna il simbolico congedo dalla comunità internazionale, salutata con un messaggio di speranza. Il presidente degli Stati Uniti inizia infatti ricordando le tensioni della Guerra Fredda e gli orrori della guerra in Vietnam, ai tempi del suo debutto in politica. Il Paese asiatico è diventato oggi "amico e partner degli Stati Uniti, segno che "le cose possono migliorare, non dovremmo mai dimenticarlo".
"Come leader", avverte, "non possiamo prenderci il lusso di reagire con disperazione" di fronte alle difficoltà. "Forse per tutto quello che ho visto e abbiamo fatto insieme nei decenni, ho speranza, so che c’è una strada per andare avanti", ha detto Biden, che invita a guardare il lato positivo anche nel conflitto che strazia l'Ucraina.
Il fallimento di Putin
"Putin ha fallito nel suo obiettivo chiave", afferma il comandante in capo uscente: l'Ucraina non è stata distrutta come nazione e quella Nato che sembrava divisa e obsoleta non solo è stata compattata dall'offensiva di Mosca ma si è estesa a nuovi membri. Il sostegno a Kiev viene quindi rivendicato come un successo, con un invito a "non mollare" che appare come un riferimento alla possibilità che tale supporto venga ridotto con un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca. Biden, nel momento culminante del suo lungo addio, è chiamato a difendere la sua eredità e non si sottrae dal menzionare temi spinosi come il caotico ritiro dall'Afghanistan, "decisione difficile ma giusta" o l'ammissione di quanto sia stato "difficile" rinunciare a una nuova corsa alla Casa Bianca. "La presidenza degli Stati Uniti è stato il punto più alto della mia vita, ma amo il mio Paese più di quanto ami il mio lavoro", ha spiegato, "ed è tempo di lasciare spazio a una nuova generazione".
La nuova generazione
Una nuova generazione che dovrà affrontare problemi nuovi, come un'intelligenza artificiale che è necessario governare e deve essere al servizio della gente comune, non uno strumento in mano alle autocrazie. E problemi vecchi, se non incancreniti, come un conflitto in Medio Oriente che, lungi dall'essere vicino a una soluzione, rischia di esplodere, allargandosi al Libano. Biden ha ricordato sia la sofferenza degli ostaggi israeliani e delle loro famiglie che della popolazione civile di Gaza, che sta "attraversando l'inferno" e ha invitato Hamas e Israle ad accordarsi per un cessate il fuoco immediato. Poi un inevitabile passaggio sulla Cina, con la quale si ricerca una collaborazione e della quale si apprezzano i contributi positivi ma viene invitata ad astenersi da operazioni ostili nell'Indo-Pacifico o nello stretto di Taiwan. Ma il principale messaggio con il quale Biden segna il suo lungo addio è legato a quella decisione di lasciare che la vicepresidente Kamala Harris contenda la presidenza a Trump a novembre. "Dobbiamo sempre ricordarci che noi siamo qui per servire la gente, non viceversa", ha concluso, "insieme siamo più forti, ricordiamolo sempre".