AGI - L'Iran è impegnato a evitare un allargamento della guerra in Medio Oriente ma davanti all'escalation in atto tra Israele e il suo alleato libanese Hezbollah avverte di essere "pronto a ogni scenario".
"La linea di condotta della Repubblica islamica dell'Iran non deriva da debolezza o incapacità, ma dalla consapevolezza che l'Iran si considera un membro responsabile e impegnato della comunità internazionale. Tuttavia, sottolineiamo che siamo pronti a ogni scenario", ha dichiarato l'ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, in un'intervista all'AGI rispondendo a una domanda sulla prospettiva di una guerra su vasta scala tra Israele e Hezbollah.
"Dall'inizio della crisi, la principale richiesta della Repubblica islamica dell'Iran è stata quella di mantenere la stabilità e la sicurezza regionali e prevenire lo scoppio di una guerra totale nella regione", ricorda il diplomatico.
"Tuttavia, il regime israeliano, facendo affidamento sul silenzio e sul sostegno, sia palese che nascosto, dei suoi alleati, si muove esattamente nella direzione opposta, superando le linee rosse dei Paesi della regione e violando persino i principi fondamentali del diritto internazionale", denuncia Sabouri sottolineando che con l'escalation tutti saranno in pericolo, anche le forze Unifil in Libano. "L'Unifil, come forza militare sotto l'egida delle Nazioni Unite, è stata creata per eseguire un compito specifico in un determinato momento e luogo. È naturale che, in caso di escalation della crisi" tra Israele e Hezbollah, "tutti saranno in pericolo".
Le recenti esplosioni di diversi device in dotazione di membri di Hezbollah in Libano, come anche il raid di luglio in cui a Teheran è stato ucciso il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, più che dimostrazione di falle dell'intelligence del gruppo sciita libanese e della Repubblica islamica "sono la prova che i leader del regime sionista non hanno mai rispettato alcun principio morale o umano" denuncia l'ambasciatore.
"Per loro non c'è differenza tra civili e militari", prosegue il diplomatico, ammettendo che "non c'è dubbio che Stati Uniti e Nato possiedano una tecnologia avanzata e sofisticata, ma il fatto che sostengano questo regime spietato e criminale è motivo di riflessione".
"Bisogna anche prestare attenzione alle sconfitte subite da questo regime nell'ultimo anno", tiene a far notare Sabouri. "Quali obiettivi ha raggiunto, se non quello di rivelare ulteriormente al mondo il suo vero volto e la sua natura selvaggia?".
"Il nuovo governo iraniano desidera migliorare le relazioni con l'Occidente sulla base del rispetto reciproco e della comprensione degli interessi di entrambe le parti. Tuttavia, il percorso diplomatico è una strada a doppio senso. Se noi facciamo un passo avanti, ci aspettiamo che anche l'altra parte adotti un atteggiamento costruttivo".
Fino a oggi, come Repubblica islamica dell'Iran, abbiamo dimostrato la nostra sincerità come Stato internazionale impegnato e responsabile
"La linea politica del nuovo governo riguardo all'Occidente e alle evoluzioni regionali è stata chiaramente espressa più volte dal presidente e dal nuovo ministro degli Esteri", prosegue l'ambasciatore, che ritiene però "ci siano alcuni che desiderano alimentare l'attuale tensione per ostacolare i rapporti tra l'Iran e l'Occidente".
"Fino a oggi, come Repubblica islamica dell'Iran, abbiamo dimostrato la nostra sincerità come Stato internazionale impegnato e responsabile", sostiene Sabouri, invitando ora "l'Occidente a fermare gli sforzi di coloro che vogliono sabotare questi rapporti".
"Con il nostro comportamento responsabile, abbiamo cercato di preservare la stabilità e la sicurezza regionale, anche a costo di sacrificare i nostri interessi per preservare quelli occidentali. Non è forse giunto il momento che anche l'Occidente faccia un passo per contenere il suo alleato ribelle, almeno per il proprio interesse?", conclude l'ambasciatore riferendosi a Israele senza nominarlo direttamente.
Sul ruolo dell’Iran in una descalation, l’ambasciatore sostiene che "non è giusto aspettarsi che Teheran e i gruppi della Resistenza debbano esercitare moderazione" in Medio Oriente. "Il mondo non vede davvero chi sta commettendo crimini e spingendo la regione verso la guerra? Se i Paesi occidentali non sono in grado o non vogliono riconoscere questi crimini, è un problema loro e dovranno risponderne” ha proseguito Sabouri.
"Hezbollah e i gruppi della Resistenza sono realtà esistenti che prendono decisioni basate sulle proprie politiche", ha poi sottolineato il diplomatico riferendosi ai diversi gruppi e milizie regionali - tra cui figura anche Hamas - sostenute da Teheran e raggruppate nel cosiddetto Asse della Resistenza.
"Le recenti esplosioni di diversi device in dotazione di membri di Hezbollah in Libano, come anche il raid di luglio in cui a Teheran è stato ucciso il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, più che dimostrazione di falle dell'intelligence del gruppo sciita libanese e della Repubblica islamica "sono la prova che i leader del regime sionista non hanno mai rispettato alcun principio morale o umano". Denuncia il diplomatico.
"Per loro (Israele nda) non c'è differenza tra civili e militari", prosegue il diplomatico, ammettendo che "non c'è dubbio che Stati Uniti e Nato possiedano una tecnologia avanzata e sofisticata, ma il fatto che sostengano questo regime spietato e criminale è motivo di riflessione".
"Bisogna anche prestare attenzione alle sconfitte subite da questo regime nell'ultimo anno", tiene a far notare Sabouri. "Quali obiettivi ha raggiunto, se non quello di rivelare ulteriormente al mondo il suo vero volto e la sua natura selvaggia?".
L'Iran, come promesso, risponderà al raid che a Teheran a luglio ha ucciso il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, "ma non cadrà nella trappola del regime criminale israeliano che cerca di espandere il conflitto". Ha ribadito l'ambasciatore.
"Fin dall'inizio abbiamo sottolineato che la nostra risposta sarebbe stata decisa, ponderata, intelligente e basata su un luogo e un tempo preciso", ricorda il diplomatico. "Non stiamo ora parlando di un momento e di un luogo specifico per la nostra risposta e non cadremo nella trappola del regime criminale israeliano che cerca di espandere il conflitto", assicura Sabouri, sottolineando che "in base ai principi consolidati del diritto internazionale", l'Iran "rivendica il diritto legittimo di difesa contro le azioni del regime israeliano che violano la sovranità e l'integrità territoriale dell'Iran".
"Abbiamo più volte dato l'opportunità ai Paesi occidentali che sostengono questo regime e alle Nazioni Unite, ma purtroppo abbiamo visto che l'Occidente ha perso nuovamente questa occasione che gli avevamo concesso", conclude l'ambasciatore.
Bene il ruolo della Santa Sede, ma Israele non ascolta
"Sua Santità il Papa e la Santa Sede hanno assunto posizioni molto progressiste" sulla crisi in corso in Medio Oriente. "Il problema è che gli assassini del popolo palestinese e libanese non attribuiscono alcun valore ai messaggi e alle parole del Papa". Afferma l'ambasciatore commentando il ruolo del Vaticano negli sforzi diplomatici messi in campo per evitare una guerra regionale.
Sul ruolo dell'Iran in una descalation, l'ambasciatore sostiene che "non è giusto aspettarsi che Teheran e i gruppi della Resistenza debbano esercitare moderazione" in Medio Oriente.
"Il mondo non vede davvero chi sta commettendo crimini e spingendo la regione verso la guerra? Se i Paesi occidentali non sono in grado o non vogliono riconoscere questi crimini, è un problema loro e dovranno risponderne" ha proseguito Sabouri.
"Hezbollah e i gruppi della Resistenza sono realtà esistenti che prendono decisioni basate sulle proprie politiche", ha poi sottolineato il diplomatico riferendosi ai diversi gruppi e milizie regionali - tra cui figura anche Hamas - sostenute da Teheran e raggruppate nel cosiddetto Asse della Resistenza.
Missili alla Russia altra accusa infondata
La notizia della spedizione di missili iraniani a Mosca da usare nella guerra in Ucraina rientra nella "serie di accuse infondate riguardanti anche la fornitura di droni iraniani alla Russia; una mossa che, come in precedenza, non è supportata da alcuna prova e fa parte della politica di massima pressione contro la Repubblica islamica dell'Iran".
"Abbiamo relazioni amichevoli e cooperazione economica, politica e persino militare con la Russia", sottolinea il diplomatico. "Abbiamo alcuni accordi militari con la Russia, ma, nel rispetto dei nostri principi, non abbiamo fornito missili alla Russia. Le relazioni con altri Paesi non sono basate su emozioni, ma sulla protezione degli interessi nazionali", dichiara Sabouri che aggiunge "come dimostra la nostra adesione ai principi del diritto internazionale, abbiamo sempre sottolineato la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e chiesto una soluzione pacifica a questa crisi, senza riconoscere nessuna delle Repubbliche autoproclamate".
Harris o Trump? Non abbiamo preferenze conta il rispetto per il nostro popolo
"Per la Repubblica islamica dell'Iran, non c'è differenza tra Repubblicani e Democratici negli Stati Uniti; non abbiamo preferenze" rispetto ai candidati alle presidenziali di novembre. "Ciò che conta per noi è il rispetto dei diritti del popolo iraniano da parte dei governi statunitensi" ha detto l'ambasciatore.
"Non abbiamo chiuso la porta al dialogo con gli Stati Uniti e, sulla base del principio del rispetto reciproco, siamo pronti a continuare i negoziati. Ricordiamo che è stata l'America a ritirarsi unilateralmente dall'accordo sul nucleare (Jcpoa). A quel tempo, non c'era la guerra in Ucraina e la Russia non era quella di oggi", fa notare l'ambasciatore commentando i riflessi dell'alleanza sempre più stretta tra Teheran e Mosca sulla ripresa del negoziato per il possibile ripristino del Jcpoa.