AGI - La Turchia in testa alla classifica dei Paesi esportatori di droni da combattimento. È il risultato di una ricerca effettuata dal Centro di ricerche americano Center for a New American Security (Cnas). Quest'ultimo è un centro studi indipendente che fornisce dati, ricerche e analisi relative la politica internazionale e la sicurezza nazionale, con sede a Washington. La ricerca sui droni, in particolare, copre un arco temporale che va dal 1995 al 2023.
Secondo Molly Campbell, firmataria del lavoro, l'industria dei droni è letteralmente esplosa negli ultimi 10 anni, grazie al successo ottenuto dai mezzi senza pilota turchi e cinesi, capaci di fornire prestazioni di alto livello a prezzi contenuti. "A partire dal 2018 Turchia, Cina e Stati Uniti hanno concluso 69 contratti di vendita con 40 diversi Paesi, il 65% dei quali firmati da aziende turche, il 26% cinesi e solo l'8% americane", si legge nella ricerca. Tra il 1995 e il 2023 i trasferimenti di droni sono stati 633, il 40% dei quali verso l'Europa. Per trasferimento Campbell intende vendita in ambito militare, leasing e donazioni (come il caso di Ankara con l'Ucraina ndr).
L'ascesa dei droni made in Turkey ha subito una netta accelerazione negli ultimi 2 anni, grazie al successo dei droni TB2 Bayraktar, prodotti dalla Baykar, azienda diretta dal genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, Selcuk Bayraktar. I velivoli turchi in 24 mesi di tempo hanno arricchito gli arsenali militari di sei Paesi che non avevano mai usato droni in precedenza. Numeri che hanno permesso ad Ankara di superare nel 2021 la leadership di Pechino nell'export di velivoli da combattimento senza pilota.