AGI - La Federazione russa ha inserito nella lista dei ricercati la giornalista italiana della Rai, Stefania Battistini. "Ho fatto convocare alla Farnesina l'ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell'Interno Russo", ha annunciato su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Battistini, giornalista italiana nata il 16 aprile del 1977 come scritto sulla scheda dal ministero dell'Interno russo, è ufficialmente una persona ricercata. Il motivo è legato al fatto che la giornalista della Rai (Tg1) aveva seguito e documentato l'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk senza l'autorizzazione da parte delle autorità di Mosca, quindi illegalmente. Nella lista dei ricercati è stato inserito anche l'operatore Simone Traini
Assieme a Battistini sono stati inseriti altri cronisti stranieri, Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell'emittente televisiva ucraina 1+1, ed altre due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik.
Oltre a Stefania Battistini, nella lista dei sette giornalisti ricercati dal ministero degli Interni russo c’è anche l'operatore Simone Traini che si trovava con lei quando è entrata nella regione di Kursk seguendo l'offensiva delle forze armate ucraine. Sono accusati di avere attraversato illegalmente il confine.
La Rai, tuteleremo i nostri colleghi in ogni sede
"La decisione del ministero degli Interni russo rappresenta un atto di violazione della libertà d'informazione", si legge in un comunicato di Viale Mazzini. "La giornalista e l'operatore - prosegue la nota - hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi.
La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell'operatore".