AGI - Il sorriso del popolo di Dili e soprattutto il sorriso dei bambini. E' "la cosa migliore" del popolo timorese secondo Papa Francesco che, davanti a 600 mila persone arrivate anche dall'Indonesia per assistere alla messa celebrata nella spianata di Taci Tolu tappezzata da un mare di ombrelli gialli e bianchi per proteggersi dal sole torrido - lo stesso luogo dove nel 1989 la celebrò Giovanni Paolo II - simboleggia questo pacifico e giovane Paese. "Abbiate cura dei vostri figli", esorta il Pontefice che subito avverte: "Ma attenzione ai 'coccodrilli' che vogliono cambiare la vostra cultura, la vostra storia". Ed e' chiaro il riferimento alle colonizzazioni ideologiche che più volte in passato ha stigmatizzato.
"A Timor Est e' bello perche' ci sono tanti bambini" e "la vicinanza a Dio e' attraverso" di loro. Abbiatene cura", esorta Francesco al termine della messa parlando a braccio, e "abbiate cura anche dei vostri anziani, che sono la memoria di questa terra". Una citta' "che insegna ai suoi figli a sorridere e' una citta' che ha futuro", ribadisce. "Ma attenzione perche' mi hanno detto che in alcune spiagge vengono i coccodrilli. I coccodrilli che vengono a nuotare e hanno il morso piu' forte di cio' che immaginiamo. State attenti... state attenti a quei coccodrilli. E non avvicinatevi, perche' mordono molto".
E' un bagno di folla per Francesco a Taci Tolu. L'abbraccio di Timor Est - 98% di cattolici - si e' fatto sentire sin dal primo giorno della visita con migliaia di persone che sono scese in strada per accompagnare sempre con grande entusiasmo il corteo papale. "Ho pensato molto a quale sia la cosa migliore di Timor Est, legno di sandalo, teak, no, non e' il massimo... La cosa migliore e' la sua gente", rimarca. "Non posso dimenticare questo popolo sul ciglio della strada, con i bambini, quanti bambini ha questo paese! La cosa piu' bella di questa citta' sono i sorrisi dei bambini".
Ai timoresi che si esprimono "con dignita' e gioia", Bergoglio, evocando l'immagine dell'albero di sandalo, pianta tipica di questi luoghi e della sua fragranza molto ricercata anche da altre Nazioni, invita a non perdere il profumo della pace. Incontrando i vescovi e il clero, li incoraggia affinche' a tutti arrivi il "profumo del Vangelo", "un profumo di riconciliazione e di pace dopo gli anni sofferti della guerra; un profumo di compassione, che aiuti i poveri a rialzarsi e susciti l'impegno per risollevare le sorti economiche e sociali del Paese; un profumo di giustizia contro la corruzione", da cui stare in guardia perche' potrebbe entrare anche "nelle nostre comunita' e parrocchie", avverte.
Per il Papa, in particolare, "il profumo del Vangelo bisogna diffonderlo contro tutto cio' che umilia, deturpa e addirittura distrugge la vita umana, contro quelle piaghe che generano vuoto interiore e sofferenza come l'alcolismo, la violenza, la mancanza di rispetto per la dignita' delle donne". E poi Bergoglio con forza raccomanda alla sua Chiesa, di non approfittare mai del suo ruolo, un sacerdote "non si deve mai sentire superiore al popolo". Timor Est, "Paese ai confini del mondo" e' proprio per questo "al centro del Vangelo. Una Chiesa che non ha questa capacita' di andare nelle periferie, che si nasconde nel centro, e' una Chiesa malata!", avverte il Papa raccomandando di "non trascurate di approfondire la dottrina cristiana, di maturare nella formazione spirituale, catechetica e teologica; perche' tutto questo - sottolinea - serve ad annunciare il Vangelo nella vostra cultura e, nello stesso tempo, a purificarla da forme e tradizioni arcaiche e talvolta superstiziose". "Se una Chiesa e' incapace di inculturare la fede nella cultura locale sara' una Chiesa elitista, che non ha futuro".