AGI - Centinaia di persone hanno marciato in silenzio per le strade di Tel Aviv trasportando 27 bare finte in rappresentanza dei 27 prigionieri i cui corpi sono stati recuperati dall'esercito israeliano a Gaza.
"Benjamin Netanyahu, il primo ministro, ha condannato a morte Carmel, mia cugina, lei e tutti gli ostaggi", ha detto Gil Dickmann, cugino di Carmel Gat, una dei sei prigionieri uccisi e il cui corpo è stato recuperato lo scorso fine settimana. “È stata abbandonata alla morte dal governo. 327 giorni che è stata lì a Gaza in prigionia. Ci sono state 327 opportunità per riportarla indietro. E ogni singola opportunità è stata persa”.
In dichiarazioni pubbliche dai toni alti, le famiglie dei prigionieri hanno accusato Netanyahu di aver bloccato un accordo e di aver potenzialmente sacrificato la vita dei loro cari per "raggiungere tutti gli obiettivi". Centinaia di migliaia di israeliani sono scesi in piazza negli ultimi giorni, chiedendo un accordo e affermando che il tempo a disposizione per riportare a casa vivi i prigionieri sta per scadere.
La protesta davanti al quartier generale delle IDF a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi ha raggiunto le 2.000 presenze, che hanno intonato slogan contro il governo e a favore di un accordo di cessate il fuoco. "Siamo tutti ostaggi del governo del sangue!" urlano i manifestanti. "Un accordo che non viene firmato uccide tutti!".
A Begin Street viene acceso un fuoco, ma la polizia lo spegne subito. "Se non si raggiunge un accordo, bruceremo il Paese: questa è l'ultima possibilità!" grida la folla. La protesta segna la quinta notte consecutiva di grandi dimostrazioni che bloccano Begin Street, uno dei luoghi del movimento di protesta, da quando domenica sono stati recuperati a Gaza i resti dei sei ostaggi giustiziati. Tra la folla, un uomo in abiti chassidici attira l'attenzione e gli applausi mentre pronuncia una filippica contro Netanyahu.
A Tel Aviv sono scoppiati scontri tra la polizia e i manifestanti che tentano di marciare verso sud, in direzione dell'autostrada Ayalon. Gli ufficiali a cavallo respingono i manifestanti, impedendo loro di raggiungere la principale arteria stradale e riportandoli verso la manifestazione principale, dove migliaia di persone protestano contro il governo e per un accordo sugli ostaggi a Gaza.
Nel mezzo della colluttazione, un agente ha strappato la bandiera israeliana a un manifestante che gliela stava sventolando in faccia. Negli ultimi giorni la polizia è stata messa sotto esame a causa delle accuse secondo cui gli agenti avrebbero fatto uso eccessivo della forza contro i dimostranti.
La folla grida contro il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, considerato da molti la forza trainante della violenza della polizia. "Ben Gvir è un terrorista", gridano i manifestanti.