AGI - Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, è l'ultimo alto funzionario a rassegnare le dimissioni, in vista di un atteso e consistente rimpasto di governo, dopo che un'altra ondata di attacchi russi durante la notte ha ucciso almeno sette persone a Leopoli, nell'Ovest del Paese. "Alcuni di loro sono ministri da cinque anni e abbiamo bisogno di nuova energia", ha detto Zelensky, senza ulteriori dettagli, parlando della necessità di "nuova energia".
Il rimpasto è il più grande dall'inizio dell'invasione russa due anni e mezzo fa e arriva alla vigilia di una stagione difficile, quella invernale, in cui le forze russe continueranno a prendere di mira le infrastrutture energetiche per prostrare il Paese. Oltre Kuleba, che dovrebbe essere sostituito dal suo vice, Andrei Sibiga, hanno lasciato anche: Oleksandr Kamyshin; ministro per le Industrie strategiche, che supervisiona la produzione e lo sviluppo di armi; il ministro della Giustizia, Denys Maliuska e il ministro per la Protezione dell'ambiente, Ruslan Strilets.
Lasciano le due vice premier, Olha Stefanishyna e Iryna Vereshchuk (la prima responsabile dell'integrazione europea, la seconda dei rifugiati) e il capo del Fondo demaniale responsabile delle privatizzazioni, Vitalii Koval. Il Parlamento ucraino, la Rada, ha approvato la maggior parte delle dimissioni e spostato il voto per altre a domani, giovedì. Si prevede che alcuni dei dimissionari otterranno nuovi incarichi nel governo. Kamyshin è stato rinominato già consigliere strategico mentre su Kuleba si rincorrono voci di un suo incarico come ambasciatore a Bruxelles, con un focus sui rapporti con la Nato.
David Arakhamia, rappresentante del partito di Zelensky 'Servo del popolo', ha spiegato che è in corso un "importante reset del governo". "Più del 50% dello staff del gabinetto dei ministri verrà cambiato", ha annunciato, aggiungendo che ci sarà "un giorno di nomine" dopo "un giorno di licenziamenti". La posizione su cui si concentra l'attenzione è quella del 43enne Kuleba: in oltre quattro anni da capo della diplomazia, è diventato il referente di tutti gli alleati dalla Nato, agli Usa passando per l'Ue, e ha guidato gli sforzi per convincere i Paesi corteggiati da Mosca, in Africa e in Asia in particolare, a sostenere la proposta di pace di Kiev. Un alto funzionario presidenziale ha fatto sapere che Kuleba e Zelensky "discuteranno e decideranno" sulla sua futura posizione.