AGI - Aumenta il pressing Usa su Israele, nel tentativo estremo di convincere il premier Benjamin Netanyahu a finalizzare un accordo con Hamas. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha parlato di "urgenza e flessibilità" dopo la recente morte di sei ostaggi. "Ci sono decine di prigionieri ancora a Gaza, in attesa di un accordo che li riporti a casa. È tempo di finalizzare quell'accordo", ha detto ai giornalisti. Il mondo non può permettersi di aspettare oltre", ha detto Miller spiegando che gli Stati Uniti lavoreranno "nei prossimi giorni" con i mediatori Egitto e Qatar "per spingere per un accordo finale". L'insistenza del primo ministro israeliano sul fatto che le truppe israeliane rimangano al confine tra Gaza ed Egitto però non aiuta. "Siamo contrari alla presenza a lungo termine delle truppe dell'IDF a Gaza", ha detto Miller, riferendosi alle Forze di difesa israeliane. "Finalizzare un accordo richiederà che entrambe le parti cerchino ragioni per arrivare al sì piuttosto che ragioni per dire di no". Per Israele l'obiettivo resta sempre quello di distruggere Hamas. E l'Idf ha reso noto oggi di aver ucciso il comandante delle forze d'elite Nukhba che ha guidato l'assalto del 7 ottobre. Ahmed Wadiyya è stato colpito a morte in un attacco aereo in cui sono morti 8 membri di Hamas vicino all'ospedale al-Ahli di Gaza City. Il suo ruolo nel massacro era stato ripreso in un video shock che mostrava il terrorista mentre si apriva una lattina di Coca Cola mentre guardava il padrone di casa morire sotto gli occhi dei figli piccoli.
Ma la comunità internazionale inizia a prendere le distanze dal leader israeliano, come la Gran Bretagna che ha sospeso parzialmente la vendita di armi a Tel Aviv. Una decisione oggi bollata come "vergognosa" dallo stesso Netanyahu che ha ribadito che questo non cambierà "la determinazione di Israele di sconfiggere Hamas, un'organizzazione terroristica genocida che il 7 ottobre ha brutalmente assassinato 1.200 persone, tra cui 14 cittadini britannici", ha scritto il premier su X. Intanto anche la Cnn attacca Netanyahu. La conferenza stampa tenuta ieri in diretta tv dal premier, ha scritto oggi il network citando una fonte a conoscenza del processo negoziale, "ha fatto naufragare il tentativo di riprendere i colloqui per un accordo sulla tregua e la liberazione degli ostaggi a Gaza". Il premier israeliano aveva ribadito la necessità di mantenere un controllo militare del corridoio strategico che connette Gaza all'Egitto mentre una delle condizioni chiave di Hamas per siglare un accordo è proprio il ritiro delle truppe. Ma l'esecuzione degli ostaggi ora pesa come un macigno.
L'Onu vuole un'inchiesta indipendente: "Siamo inorriditi dalle notizie secondo cui gruppi armati palestinesi hanno giustiziato sommariamente sei ostaggi israeliani, il che costituirebbe un crimine di guerra", ha affermato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani su X. Mentre spuntano, nascosti nei tunnel di Gaza, dove si trovava il leader del gruppo islamista Sinwar, documenti di Hamas da cui si evince che la 'filosofia' del movimento è proprio quella di creare pressione psicologica sulla popolazione, aumentando la produzione di foto e video che mostrano gli ostaggi. Una 'guerra psicologica' di cui i media israeliani sono consapevoli. Resta il fatto che tale materiale gira diffusamente sui social e viene inoltrato e rilanciato. Proprio oggi l'Hostages and Missing Families Forum, che riunisce gran parte dei familiari degli ostaggi, ha condannato come "terrorismo psicologico" il video diffuso ieri con Aden Yerushalmi, il cui corpo e' stato recuperato dai soldati israeliani la settimana scorsa, meno di 48 ore dopo essere stata giustiziata, che esorta Netanyahu di adoperarsi per garantire il rilascio di tutti i rapiti nella Striscia e porre cosi' fine alle loro sofferenze.