AGI - I negoziati in corso sono "forse l'ultima" possibilità per raggiungere un accordo per una tregua a Gaza. Parola del segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita in Israele, dove ha incontrato i vertici dello Stato ebraico, a partire dal premier Benjamin Netanyahu, con il quale ha avuto un incontro definito "positivo". "Questo è un momento decisivo, probabilmente la migliore, forse l'ultima, opportunità per riportare a casa gli ostaggi, per ottenere un cessate il fuoco e per mettere tutti sulla strada migliore per una pace e una sicurezza durature", ha affermato Blinken incontrando il presidente israeliano Isaac Herzog nel suo nono viaggio nella regione da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas in ottobre.
Durante il colloquio, Herzog ha affermato che Hamas è il responsabile dello stallo nella trattativa e "si rifiuta di andare avanti". "Siamo semplicemente ancora molto fiduciosi di poter andare avanti nei negoziati tenuti dai mediatori", ha aggiunto il presidente israeliano, ringraziando gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar per i loro sforzi. "Non c'è obiettivo umanitario più grande e non c'è causa umanitaria più grande del riportare a casa i nostri ostaggi come avrebbero dovuto fare molto tempo fa", ha proseguito Herzog, che ha ringraziato il presidente Joe Biden per "aver mostrato e proiettato potenza in questa regione" di fronte alle minacce iraniane. "Avete radunato una coalizione molto potente e impressionante di eserciti, marine e poteri che sono qui per proteggere gli interessi della coalizione di nazioni che vuole muoversi verso la pace e un futuro migliore in Medio Oriente, contro l'impero del male, che inizia ed emana da Teheran", ha affermato Herzog.
Blinken ha ribadito "l'urgente necessità" di finalizzare un accordo tra Israele e Hamas che vedrebbe il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti a Gaza e "creerebbe le condizioni per una più ampia stabilita' regionale", afferma il Dipartimento di Stato Usa.
Tre ore di incontro con Netanyahu
Il successivo incontro a Gerusalemme tra Netanyahu e Blinken si è concluso ed è durato tre ore, secondo quanto riferito dall'ufficio del primo ministro, il quale ha sottolineato che l'incontro è stato "positivo" e che si è svolto in una "buona atmosfera". Secondo la parte israeliana, Netanyahu ha evidenziato l'impegno di Israele nei confronti della proposta statunitense presentata a Doha la scorsa settimana per una tregua a Gaza e che "tiene conto delle esigenze di sicurezza di Israele, su cui insiste fermamente".
"Vanno liberati gli ostaggi. No a una escalation della crisi", ha affermato, dopo il colloquio, il capo della diplomazia di Washington, secondo il quale "senza accordo gli ostaggi potrebbero morire". Blinken ha aggiunto che il primo ministro israeliano ha confermato il sostegno alla proposta di tregua degli Stati Uniti. Quanto alla ricerca di un accordo, "non ci arrenderemo mai come Usa", ha detto.
Le parti devono arrivare "a intese chiare su come implementeranno gli impegni assunti in base a questo accordo", ha proseguito, "il prossimo passo importante è che Hamas dica di sì". Il segretario di Stato Usa ha ribadito che gli USA sono profondamente impegnati a favorire l'intesa e ha aggiunto che "c'è un profondo senso di urgenza nel portare a termine questo compito", "è il modo migliore per assicurarsi che il conflitto non si estenda".
Blinken ha proseguito il programma incontrando il ministro della Difesa Yoav Gallant a Tel Aviv. "L'apparato di difesa israeliano è impegnato a continuare a operare a Gaza finché non saranno raggiunti gli obiettivi della guerra: il ritorno degli ostaggi e lo smantellamento di Hamas", fa sapere l'ufficio di Gallant, il quale ha ribadito "l'importanza della pressione militare in corso esercitata da Israele su Hamas, insieme alla necessità della pressione politica continua degli Stati Uniti su Hamas, fino a quando non verrà raggiunto un quadro che consentirà il ritorno degli ostaggi in Israele", si legge nel comunicato riportato dai media israeliani. Gallant ha mostrato a Blinken una foto di 12 bambini uccisi da un razzo di Hezbollah a Majdal Shams il mese scorso, riferisce il Times of Israel. Blinken incontrerà le famiglie degli ostaggi e poi rilascerà una dichiarazione alla stampa.
I colloqui del Cairo
Durante i colloqui di medio livello tra funzionari israeliani, egiziani e statunitensi al Cairo ieri, Israele ha accettato di ridurre progressivamente il numero di soldati schierati nel corridoio di Filadelfia (la striscia di 14 chilometri che separa Gaza dall'Egitto), mentre in cambio Il Cairo ha accettato di non stabilire un calendario per il loro ritiro completo, secondo il quotidiano libanese Al-Akhbar.
I funzionari egiziani hanno comunque insistito sul fatto che un ritiro completo dovrebbe essere effettuato il prima possibile, secondo una fonte a conoscenza dei colloqui citata da Al-Akhbar. L'Egitto ha inoltre chiesto ai negoziatori statunitensi di accelerare la consegna dell'equipaggiamento designato per proteggere la rotta di confine e si è impegnato a "lavorare per garantire che non ci siano tunnel operativi sotto di essa". Negli ultimi mesi, i negoziatori israeliani ed egiziani avrebbero discusso l'installazione di un sistema di sorveglianza elettronica ad alta tecnologia per impedire il contrabbando di armi attraverso il confine.
Israele invierà i suoi principali negoziatori al summit del Cairo di questa settimana dove proseguiranno i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, ha detto Netanyahu, secondo quanto riporta la stampa israeliana. La squadra di negoziatori israeliani sarà composta dal capo del Mossad David Barnea, dal direttore dello Shin Bet Ronen Bar e dall'uomo addetto alla cattura degli ostaggi delle IDF, Nitzan Alon. Tutti e tre hanno preso parte ai colloqui svoltisi la scorsa settimana a Doha, in Qatar.
Abu Mazen chiede a Netanyahu di poter visitare Gaza
L'Autorità palestinese ha inviato ieri una richiesta ufficiale all'ufficio del premier Benjamin Netanyahu, perché faciliti una visita del suo presidente Abu Mazen a Gaza. Lo riferisce il sito israeliano Walla, citando fonti ufficiali israeliane. Netanyahu ora dovrà decidere se approvare o meno. Abu Mazen, che non visita Gaza dal 2007 quando Hamas è salita al potere nella Striscia, aveva annunciato di voler effettuare la sua missione durante il suo viaggio ad Ankara.
Raid a Khan Younis
Sei persone sono state uccise e 15 sono rimaste ferite in un attacco aereo israeliano nella zona ovest di Khan Younis. Lo riporta Al Jazeera citando fonti palestinesi.
Hamas e la Jihad islamica rivendicano l'attentato di Tel Aviv
I bracci armati di Hamas e della Jihad islamica palestinese hanno rivendicato, in una dichiarazione congiunta, la responsabilità dell'"attacco suicida di domenica sera a Tel Aviv", minacciando di commettere altri attentati in Israele. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, e le Brigate al-Quds, loro omologhe della Jihad islamica, affermano che "attacchi suicidi contro gli occupanti torneranno in primo piano finché dureranno i massacri dell'occupante (israeliano), le operazioni di trasferimento forzato di civili e la politica degli omicidi", si legge nel comunicato.