AGI - La Turchia è ormai da 8 giorni senza Instagram: continua il blocco del popolare social media deciso dal governo turco, ma sebbene siano sempre più gli utenti del Paese che vi accedono via vpn, le polemiche non si placano e il governo accusa la società Meta, che gestisce Instagram, di un doppio standard. Secondo Ankara infatti il management di Instagram avrebbe rimosso post di condoglianze e solidarietà nei confronti di Hamas e del suo leader assassinato, Ismail Haiyeh, ma, seppur sollecitata da Ankara non avrebbe fatto lo stesso con i post di propaganda a favore dei separatisti curdi del Pkk. Al momento l'Authority turca e i responsabili di Instagram in Turchia hanno avuto tre riunioni, ma la fumata bianca è durata poco: mercoledì sera Instagram è stato riattivato, ma dopo poche ore la pagina risultava nuovamente irraggiungibile.
"Ci hanno detto che i post a favore di Haniyeh venivano rimossi perché Hamas è considerata dagli Usa una organizzazione terroristica, ma anche il Pkk lo è", ha dichiarato un funzionario del ministero delle Infrastrutture, che sta seguendo la vicenda. Dopo le prime rimostranze Meta ha iniziato a rimuovere anche i post pro Pkk, ma ad Ankara hanno notato che le stesse condivisioni erano oscurate in Turchia, ma visibili all'estero. Il blocco continua, le parti si incontreranno di nuovo e i turchi intanto hanno iniziato ad accedervi con il vpn sempre più numerosi. Alle polemiche politiche, inevitabili in un Paese in cui Instagram e' popolarissimo, si somma il danno economico. Secondo Emre Ekmekci, vice presidente dell'Associazione degli operatori dell'E-commerce, la perdita per il blocco della piattaforma ammonta a 56,5 milioni di dollari.