AGI - Haniyeh, nato nella Striscia di Gaza nel 1963, è entrato in contatto con Hamas già durante gli studi universitari. Nominato a capo di un ufficio locale dell'organizzazione legata a Hezbollah alla fine degli anni'90, ha poi scalato i ranghi dell'organizzazione fino a guidare il braccio politico di Hamas come capo lista alle elezioni legislative palestinesi che vinse nel 2006, diventando così Primo Ministro dello Stato di Palestina.
Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità nazionale palestinese, sulla scia della lotta politica interna tra Fatah e Hamas, destituì Haniyeh da capo del governo nel 2007 con un decreto che non fu mai riconosciuto da Haniyeh che, infatti, continuò a esercitare l’autorità di primo ministro nella Striscia di Gaza fino al 2017, quando fu eletto presidente dell'Ufficio politico di Hamas, in sostituzione di Khaled Mashal.
Da quel momento Haniyeh si trasferisce in Qatar lasciando Gaza nelle mani di Yehya Sinwar, il principale leader di Hamas a Gaza considerato peraltro la mente dell'attacco a Israele del 7 ottobre. Lo scorso aprile, un raid aereo israeliano a Gaza ha ucciso i suoi tre figli e quattro dei suoi nipoti. Teheran ha per ora confermato l'attacco senza tuttavia fornire dettagli sulle modalità dell'uccisione di Haniyeh: la Guardia Nazionale ha infatti affermato che l'attacco è sotto inchiesta.
L'uccisione di Haniyeh avviene dopo l'attacco israeliano sulla capitale libanese di ieri dove, secondo tel Aviv, è stato ucciso Fouad Shukur, un alto comandante militare di Hezbollah. Hezbollah non ha confermato la morte di Shukur nell'attacco, che ha anche ucciso almeno una donna e due bambini e ferito decine di persone.
L'improvvisa uscita di scena del leader politico di Hamas non ha colto di sorpresa perché la sua - sottolineano i media in tutto il mondo - era "una morte annunciata". L'attacco chirurgico di questa mattina, a Teheran, nella residenza dove si trovava, tuttavia "dovrebbe segnare una nuova tappa nella spirale di guerra tra Israele e Hamas", scrive il quotidiano frncese Le Figaro.
Ismail Haniyeh, era uno dei tre leader del movimento terroristico palestinese e come tale è stato colpito dal clamoroso mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale a maggio 2024. I giudici dell'Aja hanno infatti ipotizzato l'esistenza di crimini di guerra compiuti tanto da parte israeliana quanto da Hamas chiedendo l'emissione di mandati di cattura per crimini di guerra per il premier Benjamin Netanyahu, per il ministro della Difesa Yoav Gallant e per i leader di Hamas: Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh e Diab Ibrahim Al Masri.
Haniyeh partecipò alle proteste della prima Intifada (1987-1993) e come giovane leader del movimento fu anche condannato più volte dai tribunali militari israeliani a pene detentive: negli anni '80 e poi dal 1989 al 1992.
Dopo il suo rilascio, nel 1992, fu deportato in Libano insieme ad altri dirigenti di Hamas ed è da questo momento - riferisce la britannica Bbc - che tutto il mondo comincia a sentire parlare del movimento di Hamas. E' tuttavia la vittoria alle elezioni legislative nei Territori (elezioni che furono condannate come non libere ne' 'democratiche') a portare alla ribalta internazionale Ismail Haniyeh.
Dopo aver guidato un governo di unità, si è impegnato a lavorare per la creazione di uno Stato palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, con Gerusalemme come capitale ma, in realtà, è proprio sotto la sua leadership che nel 2007 si realizza la totale rottura tra Hamas e l'Autorità Palestinese. Una rottura insanabile, quasi una guerra civile, che vede Haniyeh privato della sua vittoria elettorale nei Territori, prendere il potere nella sola Striscia di Gaza, con Hamas.
Lo scontro insanabile tra l'Anp e Hamas è tuttora considerato motivo di rancore tra le parti nonché il principale fattore che dal 2006 a oggi ha impedito lo svolgimento di regolari elezioni nei territori palestinesi.
Haniyeh aveva vissuto in esilio volontario (e protetto) in Qatar e Turchia. E' stato colpito mortalmente come è uscito da questi Paesi, ironia della sorte proprio in 'casa' del più grande e potente alleato di Hamas.