AGI - "Io sono molto, molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato". Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a Pechino. "Chiaramente - spiega - io sono in contatto con il ministro degli Esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase. La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante visiti i solidi rapporti che esistono con Teheran, con Riad. Sicuramente nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele, la Cina è un interlocutore molto importante".
La premier italiana, impegnata in una visita ufficiale in Cina, analizza il quadro generale della situazione in Medio Oriente. "Ogni volta che ci sembra di essere un po' più vicini all'ipotesi di un cessate il fuoco accade qualcosa. Significa che ci sono diversi soggetti regionali che puntano a un'escalation e che puntano sempre a costringere Israele a una reazione. Lo dico anche per invitare Israele a non cadere in questa trappola". Sottolinea Meloni.
Per il commissario europeo "contatti in divenire"
Passa poi alle vicende europee, legate alla nomina di Ursula von der Leyen, e alle indicazioni per i commissari europei. L'Italia è in attesa di una delega e Meloni assicura che il dialogo è aperto. "Sto parlando con Ursula von der Leyen, ma sono contatti in divenire, ovviamente", ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni durante un punto stampa a Pechino. Per indicare "questi nomi abbiamo tempo fino al 30 agosto, è una delle cose di cui vorrei occuparmi appena rientro. Credo che su questo chiaramente bisogna fare anche una valutazione con i partiti della maggioranza, ma insomma, è una delle prime cose di cui mi occuperò al mio rientro", ha concluso.
Per Meloni il percorso per la nomina di von dr Leyen non può avere "ripercussioni negative per l'Italia" né che "i rapporti con la Commissione europea stiano peggiorando". Il riferimento, nel punto stampa a margine della visita a Pechino, è al report sullo stato di diritto e alla lettera che Giorgia Meloni ha inviato, che "non è una risposta alla Commissione europea o un momento di frizione con la Commissione europea, è una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico nel quale mi corre l'obbligo di ricordare che gli accenti critici non sono della Commissione Europea ma di alcuni portatori di interesse".
Nomine Rai, la discussione nelle prossime settimane
Un passaggio anche sulle nomine Rai, delle quali la premier Meloni intende occuparsi nelle prossime settimane, anche alla luce delle dimissioni della presidente, ma da una posizione "assolutamente laica". "Non è una riforma che ho fatto io, non l'ho neanche particolarmente difesa - ha detto - quindi se quelli che l'hanno scritta oggi dicono che è pessima, possiamo parlarne".
Rispetto alle indiscrezioni circolate sull'ipotesi di una privatizzazione della Rai, Meloni risponde ai cronisti che "non so da dove siano uscite, non ho su questo niente da dire". E ribadisce di non aver bisogno di una "TeleMeloni". "Non mi interessa, non la voglio, a meno che non sia chiaramente i miei canali social, che però segue semplicemente chi li vuole seguire".
La Cina interlocutore "molto, molto importante"
Infine i rapporti con il presidente cinese e i temi affrontati nell'incontro, nel quale c'è stato "un confronto franco, trasparente, rispettoso su tutte le materie sulle quali la Cina rimane un interlocutore indispensabile, dalla guerra di aggressione russa all'Ucraina, alle tensioni che si vanno moltiplicando, dal governo dell'intelligenza artificiale fino alla riforma del Consiglio di sicurezza dell'Onu, alle questioni climatiche".
Per la premier la Cina è "un interlocutore sicuramente molto molto importante in questa fase". Il Piano d'azione siglato tra Italia e Cina "è un approccio alternativo alla Via della Seta. Io ho sempre detto che non condividevo l'ingresso italiano nella Via della Seta, la mia è stata una scelta di coerenza, ho sempre detto che la presenza italiana nella Via della Seta non era l'unico modo per avere rapporti e anche per far crescere i nostri rapporti con la Cina". Lo dice la premier Giorgia Meloni rispondendo da Pechino alle domande dei giornalisti. "Del resto, come ho raccontato tante volte - riprende - noi eravamo l'unica nazione tra le grandi nazioni dell'Europa occidentale a far parte della Via della Seta, ma non eravamo la nazione che aveva il migliore interscambio con la Cina, tutt'altro. Ci sono altre nazioni dell'Europa, tra le principali nazioni europee, che hanno un volume di investimenti cinesi che è molto più alto. Ho sempre detto che - ricorda - si poteva uscire dalla Via della Seta e nello stesso momento ricostruire un rapporto di collaborazione più intensa con la Cina ed è esattamente quello che ho fatto".