AGI - La polizia del Bangladesh è stata "costretta ad aprire il fuoco" sui manifestanti per proteggere gli edifici governativi durante le violente proteste della scorsa settimana. Lo ha dichiarato alla stampa il ministro dell'Interno del Bangladesh, Asaduzzaman Khan, cercando di dar spiegazioni dopo le violente proteste della settimana scorsa represse nel sangue dalle forze dell'ordine.
"Nonostante l'uccisione dei loro colleghi, ha continuato il ministro, i poliziotti hanno dato prova di estrema pazienza", ha dichiarato Khan ai giornalisti. "Ma quando hanno visto che gli edifici non potevano essere protetti, la polizia è stata costretta ad aprire il fuoco", ha aggiunto. Dall'inizio del mese il Bangladesh è piombato nel caos per via di grosse manifestazioni antigovernative, inizialmente organizzate dagli studenti come proteste pacifiche contro il sistema di assegnazione degli impieghi nel settore pubblico, considerato da molti discriminatorio e non meritocratico.
La scorsa settimana la protesta si è allargata ad altre fasce della popolazione diventando via via sempre più violenta in risposta all'azione repressiva delle forse dell'ordine che oggi sono nel mirino delle critiche insieme al titolare degli Interni. Secondo stime non definitive almeno 100 persone sono morte negli scontri con la polizia mentre a Dacca, la capitale, sono state arrestate più di 530 persone inclusi membri di spicco dell'opposizione e attivisti per i diritti umani.