AGI - Nuova tappa nell'annoso braccio di ferro tra il social network cinese TikTok e il governo degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia ha presentato le proprie argomentazioni a una corte federale, che dovrà stabilire se la legge volta a costringere la vendita dell'applicazione sia o meno conforme alla Costituzione.
Lo scorso aprile, il Congresso ha approvato una legge che obbliga ByteDance, la società madre di TikTok, a vendere la rete entro nove mesi, con il rischio di essere bandita negli Stati Uniti. Il gruppo cinese ritiene che questa legge violi il Primo Emendamento della Costituzione, che garantisce la libertà di espressione.
Il governo statunitense insiste invece sul fatto che la legge è intesa a risolvere problemi di sicurezza nazionale, non a limitare la libertà di espressione, aggiungendo che ByteDance non può rivendicare la protezione offerta dal Primo Emendamento in questo caso. Secondo le argomentazioni depositate dal Dipartimento di Giustizia, le preoccupazioni riguardano il fatto che i dati degli utenti americani che usano TikTok - giovani e anziani in primis - non siano accessibili al governo cinese o che ciò che vedono non sia stato deciso dal governo cinese.
Secondo fonti dei servizi segreti americani c’è la possibilità che Pechino "usi le applicazioni mobili come un'arma". L'obiettivo della Cina sarebbe quello di ottenere una grande quantità di dati americani "in tutti i modi possibili, compresi gli attacchi informatici o l'acquisto di dati online, e sta addestrando modelli di intelligenza artificiale per utilizzare tali dati", ha precisato un funzionario del Dipartimento di Giustizia. Per TikTok, la richiesta di cessione è "semplicemente impossibile", a maggior ragione nel tempo a disposizione e "non c’è alcuna intenzione di vendita" del social network che conta 170 milioni di utenti negli Stati Uniti e più di un miliardo nel mondo.
Con la società madre ByteDance hanno denunciato il fatto che "è la prima volta che il Congresso Usa ha approvato una legge contro una singola piattaforma"; pronti ad arrivare fino alla Corte Suprema, quale unica strada percorribile per evitare il divieto.