AGI - Pomposa, esagerata, troppo francese, addirittura blasfema oppure emozionante, sfavillante. Aggettivi di segno opposto che si sprecano per definire la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi. Quel che è vero e indiscutibile è che i momenti critici ci sono stati eccome. Peso e valore dipendono poi da chi muove le critiche, ma anche gli elogi.
Di certo qualcosa ha messo d'accordo in tanti. E non è un apprezzamento. Coinvolge cattolici, protestanti, cristiani in generale. L'Ultima Cena in chiave Lgbt non è piaciuta neppure al Cremlino. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova si sbizzarrisce su Telegram. La prende alla larga bollando la cerimonia di apertura come un "enorme fallimento".
Parte dal "crollo dei trasporti", dopo il sabotaggio sulla rete ferroviaria francese, e arriva alle immagini degli "spettatori rimasti seduti per ore sotto la pioggia battente" mentre gli organizzatori "non avevano previsto né la dispersione delle nuvole né i tendoni" per questa cerimonia all'aperto. La foto del presidente italiano Sergio Mattarella bagnato fradicio a contrasto con gli abiti asciutti e inamidati del presidente Macron. E poi Zakharova arriva al punto, che in queste ore scalda tanti.
La "parodia LGBT dell'Ultima Cena", un "soggetto sacro per i cristiani", con "gli apostoli rappresentati da travestiti" cattura la sua attenzione. E anche quella dell'influente Chiesa ortodossa russa, che si è indignata riferendosi a un "suicidio storico e culturale" in "una delle capitali cristiane della civiltà europea". Il suo portavoce Vakhtang Kipchidze ha inoltre sottolineato il fatto che "i travestiti rappresentano l'Ultima Cena fingendosi Cristo e i suoi discepoli".
Un tema che appassiona anche il vicepremier italiano Matteo Salvini. "Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di Cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi". Salvini sui suoi profili social posta una foto del dj set dell'inaugurazione e la paragona all'Ultima cena di Leonardo da Vinci.
Ma critiche a malumori vengono anche dalle voci di dentro. La Conferenza episcopale Francese (CEF) ha deplorato le "scene di derisione e di scherno del cristianesimo" durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi, che pur includeva anche "momenti meravigliosi". "La cerimonia di apertura proposta dal COJOP ha offerto al mondo intero ieri sera meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente lodati. Questa cerimonia purtroppo comprendeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente", scrivono in un comunicato stampa, co-firmato dagli organizzatori degli "Holy Games" - un programma della Chiesa cattolica per conciliare sport e fede. Se le scene non sono citate con precisione, un momento notevole della cerimonia è stato un dipinto intitolato "Festa" che inizia con l'immagine di un gruppo a tavola, tra cui diverse drag queen, che ricorda l'Ultima Cena, l'ultimo pasto di Gesù con i suoi apostoli. "Pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che sono stati feriti dall'eccesso e dalla provocazione di certe scene. Speriamo che comprendano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti", aggiungono la conferenza dei vescovi e gli organizzatori dei "Giochi Sacri". Nel documento si ringraziano anche "i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarieta'".
Anche alcune voci di destra e ancor più di estrema destra si sono indignate da venerdì sera per una cerimonia di apertura "wokista", con, tra l'altro, una visione che "cerca di ridicolizzare i cristiani". "A tutti i cristiani del mondo che stanno guardando la cerimonia di #apertura e si sono sentiti insultati da questa parodia da drag queen dell'Ultima Cena, sappiano che non è la Francia a parlare ma una minoranza di sinistra pronta a tutte le provocazioni", ha lanciato così sul social network l'eurodeputata Marion Mare'chal (ex Reconquete).
Ultima Cena, pioggia sconsiderata e trasporti fuori uso a parte, le gaffe non sono mancate, al limite dell'incidente diplomatico. Una su tutte quella sull'ggettivo associato agli atleti della Corea del Sud, definiti "nordcoreani", annullando così decenni di guerre e tensioni tra i due Paesi e lasciando immaginare che nottetempo Kim Jong-un avesse invaso i 'fratelli coltelli', approfittando della distrazione offerta dai Giochi Olimpici. Il Comitato Olimpico Internazionale si è profuso in scuse per cancellare quella presentazione in inglese e francese della delegazione come "Repubblica Popolare Democratica di Corea", usando in entrambi i casi il nome ufficiale della Corea del Nord.