AGI - È uno dei grandi 'se' della storia, uno di quei momenti che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi letteralmente per una questione di centimetri. Ottanta anni fa falliva l'Operazione Valchiria, il tentativo di uccidere Adolf Hitler nel suo quartier generale di Rastemburg - oggi Ketrzyn, in Polonia. Una bomba piazzata dal conte Claus Schenk von Stauffenberg esplose sotto il tavolo del dittatore nazista, con l'unico risultato di ferirlo leggermente e scatenare la repressione contro i congiurati.
La bomba di Von Stauffenberg faceva parte di un tentativo di colpo di stato compiuto tra il 1943 e il 1944 all'interno della Wehrmacht come risposta disperata all'evoluzione sfavorevole della guerra in Europa. Poco prima, il 6 giugno, gli Alleati erano sbarcati in Normandia e tra i responsabili del complotto a pagarla con la vita furono il generale in pensione Ludwig Beck, il maggiore generale Henning von Tresckow, il colonnello generale Friedrich Olbricht e altri ufficiali di alto rango, sebbene Von Stauffenberg fu colui che si assunse la responsabilità personale di portare a termine l'attentato. Von Stauffenberg, dopo essere stato promosso colonnello e riassegnato a capo di stato maggiore del comando dell'esercito di riserva, aveva raggiunto una posizione tale nelle alte sfere del Terzo Reich da partecipare alle riunioni a cui presenziava Hitler. Tra 180 e 200 persone furono giustiziate - fucilate, impiccate o addirittura strangolate con una corda di pianoforte - dopo il fallito attentato di Von Stauffenberg. Lo stesso Von Stauffenberg e altri tre ufficiali furono fucilati senza processo nel cortile dell'edificio che oggi ospita il Ministero della Difesa a Berlino.
In occasione dell'80esimo anniversario dell'attentato, considerato il più grande atto di resistenza militare contro Hitler durante il Terzo Reich, il Centro di storia militare e scienze sociali (ZMSB) di Potsdam ricorda attraverso un nuovo dossier digitale un momento che avrebbe potuto dare una svolta inaspettata alla Storia.
Oltre alla raccolta di documenti e analisi storiche, gli esperti consultati dalla ZMSB riflettono sull'evoluzione storica della percezione di quegli eventi. Così, all'inizio degli anni Cinquanta, i tedeschi dell'Ovest consideravano l'eroismo di Von Stauffenberg e compagni con una certa diffidenza e nel 1951 un tedesco su tre non collegava la data del 20 luglio "a nessun evento o non aveva alcuna opinione", "un altro terzo la vedeva con occhi critici" e il restante 33% vedeva bene.
L'apice di questo sentimento negativo è stato raggiunto nel 1952: il 28% pensava che la Germania sarebbe stata meglio se non ci fosse stata resistenza, e il 39% credeva addirittura che senza di essa avrebbe potuto vincere la guerra". Se Von Stauffenberg ha finito per godere dello status di "eroe nell'opinione pubblica" lo si deve alla "storia politica" della Germania, le cui autorità, soprattutto nel mondo amministrativo e accademico, hanno fatto del 20 luglio una data per ricorda un uomo che avrebbe potuto infliggere un colpo mortale al Terzo Reich prima che lo facessero l'Armata Rossa da est e gli Alleati da sud e ovest.