AGI - Un avvertimento alla Cina sulla guerra dei dazi, uno ai migranti, da accogliere ma "alle nostre condizioni" e la promessa di "difendere le paghe dei lavoratori americani" e di favorire la produzione interna, nel segno dell'"America First". Il discorso di investitura da candidato vicepresidente del senatore dell'Ohio J. D. Vance, 39 anni, scelto da Donald Trump, non ha sorpreso i media ma ha entusiasmato la platea della convention Repubblicana in corso a Milwaukee, Wisconsin. Vance si è presentato come esempio dell'American Dream, capace di risorgere da una famiglia di operai bianca, nella Rust Belt americana, con un padre andato via, una madre alcolizzata, lui affidato ai nonni eppure capace di studiare, lavorare e affermarsi prima come imprenditore e poi in politica.
Vance ha ricordato la dipendenza della madre, "sobria da dieci anni", scatenando l'entusiasmo dei sostenitori, che hanno invocato il nome della donna, al grido di "J. D.'s mom", apparsa molto emozionata. Alla fine quello che è sembrato il vero messaggio politico che dovrà fare la differenza il 5 novembre, giorno delle elezioni americane, è stato l'appello a "tutte le comunità dimenticate" dell'Ohio e d'America, dal Michigan al Wisconsin alla Pennsylvania. "Non dimenticherò mai - ha aggiunto - da dove vengo".
È proprio quello su cui punta Trump, che alla fine ha fatto prevalere il proprio istinto e dato fiducia a un uomo che rappresenta il sogno americano ma partito dal basso: se Trump è il miliardario cresciuto in una famiglia ricca, Vance ce l'ha fatta partendo da zero. Il suo modo di parlare asciutto, semplice, lo metterà in sintonia con quell'America rurale che spesso si sente dimenticata da Washington, e che potrà risultare decisiva soprattutto negli Stati chiave dove si gioca la vera partita con i democratici, alle prese con il declino di Joe Biden, adesso anche colpito dal Covid, e contestato dai suoi stessi compagni di partito.
La vittoria, come sempre, si deciderà negli Stati della Rust Belt, la cintura industriale del Paese, quella della classe operaia, dal Wisconsin al Michigan, dall'Ohio alla Pennsylvania. Vance è convinto di poter conquistare quell'elettorato duro e consegnare a Trump il secondo mandato alla Casa Bianca. Poi da quel momento, come promesso dal palco, partirà la "nuova traiettoria americana" fatta di isolazionismo, di protezionismo, di guerra ai "prodotti del mercato globale", di dazi ai beni stranieri per favorire la produzione interna.
È una ricetta anticipata alla vigilia con un'intervista a Bloomberg da Trump, e sulla quale molti economisti vedono un rischio nella contrazione della domanda e nell'aggravio di costi per la classe media. Ma il messaggio dell'America First resta potente, più forte delle critiche degli esperti. E l'ovazione finale per Vance lo ha confermato: alla base Repubblicana questa idea di America più dura con l'Europa e più chiusa sul mercato, piace. Così come il ritorno a un Paese da anni '50, che il senatore ha evocato paragonando il suo Paese ideale a una vecchia foto in bianco e nero in cui al centro c'è una famiglia tradizionale. Se è ciò che vuole davvero la maggioranza degli americani lo cominceremo a capire nelle prossime settimane, con i primi sondaggi che misureranno l'impatto della coppia Trump-Vance.