AGI - Una Nato più forte al fianco dell'Ucraina, nella sua guerra contro la Russia, non piace ovviamente a Mosca ma fa irritare anche la Cina che, condannata come grande facilitatore dell'aggressione russa, reagisce a sua volta accusando i leader riuniti a Washington per il 75esimo anniversario dell'organizzazione atlantica di ricreare un clima di guerra fredda. "La Nato dovrebbe smetterla di enfatizzare la cosiddetta minaccia cinese e di provocare scontri e rivalità, e fare di più per contribuire alla pace e alla stabilita' del mondo", ha affermato un portavoce della missione di Pechino presso l'Unione Europea in una dichiarazione sul suo sito web, pubblicata poco dopo che i lavori al Convention Center chiudevano i battenti della seconda giornata.
La Cina "non è responsabile della crisi in Ucraina e ha ribadito il suo impegno a promuovere il dialogo e a cercare una soluzione politica, posizione che ha ricevuto il sostegno della comunità internazionale", ha chiarito il portavoce cinese. L'ambasciata ha indicato che la Cina ha una politica di "non fornire armi letali a nessuna delle parti in conflitto e di esercitare uno stretto controllo sull'esportazione di beni a duplice uso, compresi i droni civili". "La Nato dovrebbe riflettere su se stessa e intraprendere azioni concrete per allentare la tensione e risolvere il problema", ha sottolineato nella lunga dichiarazione.
La Nato aveva messo sotto accusa Pechino per l'affiancamento a Mosca nella guerra, parlando anche di supporto alla sua base industrial-militare: "Non può facilitare il più grande conflitto in Europa nella storia recente senza impatto negativo sui propri interessi e reputazione", avevano chiosato i leader di Washington. "Invece di usare gli altri come capro espiatorio, la Nato dovrebbe riflettere su se stessa e prendere azioni vere per disinnescare la situazione e risolvere i problemi" è stata la risposta di Pechino che ha lanciato anche un chiaro monito all'Occidente a tenersi fuori dalla regione dell'Indo Pacifico, un'area di sviluppo e non di competizione geopolitica: "La Nato - aveva concluso il portavoce - mantenga il suo ruolo come organizzazione difensiva regionale nel Nord atlantico". Proprio all'alba di oggi intanto 66 aerei cinesi hanno sorvolato l'isola di Taiwan, sollevando l'ennesima denuncia internazionale di Tapei: forse un routine anche se nel contesto viene da pensare che l'intimidazione non sia casuale.
Da Mosca, convitato di pietra della riunione, le parole contenute nel comunicato Nato non lasciano dubbi. "L'Alleanza è una minaccia ed è pienamente coinvolta nel conflitto intorno all'Ucraina", ha detto il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov. "Siamo obbligati ad analizzare molto a fondo le decisioni prese al vertice di Washington, le discussioni che hanno avuto luogo, ad analizzare molto attentamente il testo della dichiarazione adottata che costituisce una minaccia molto seria alla sicurezza nazionale". Tutto questo, ha aggiunto Peskov, "ci imporrà di adottare misure ponderate, coordinate ed efficaci per contenere la Nato".
Proprio oggi lo stato maggiore russo si è riunito a San Pietroburgo per serrare le fila con i paesi 'amici' dei Brics (di cui la stessa Russia fa parte) e rafforzare sempre più il 'polo antagonista' all'Occidente. "Dalla dichiarazione finale adottata al vertice della Nato emerge che gli avversari della Russia in Europa e negli Stati Uniti non sono sostenitori della pace e del dialogo sull'Ucraina" ha detto da li' il ministro degli Esteri Sergei Ryabkov.
Il riferimento è anche al dispiegamento di missili americani a lungo raggio in Germania che rappresentano "una minaccia, e a cui risponderemo" ha aggiunto il ministro a margine del forum. "La natura della nostra reazione sarà determinata in modo calmo e professionale. Senza nervi, senza emozioni, svilupperemo, prima di tutto, una risposta militare a questa nuova minaccia" ha confermato con parole che inquietano Ryabkov.