AGI - Keir Starmer è stato nominato primo ministro da re Carlo III dopo la schiacciante vittoria laburista nelle elezioni legislative. Buckingham Palace ha diffuso una foto dell'incontro in cui l'ex avvocato 61 enne è stato ricevuto con la moglie Victoria per circa mezz'ora a Palazzo. Terzo primo ministro in meno di due anni di regno di Carlo dopo i conservatori Liz Truss e Rishi Sunak, Starmer entrerà subito al numero 10 di Downing Street.
Starmer, è entrato per la prima volta da premier a Downing Street, promettendo un'azione urgente per ricostruire il Paese dopo 14 anni di governo Tory.
"Il lavoro per il cambiamento inizia immediatamente", ha detto ai giornalisti fuori Downing Street dopo aver accettato la richiesta del capo di stato di formare un governo. "Ma non abbiate dubbi, ricostruiremo la Gran Bretagna", ha aggiunto.
"Il Paese al primo posto, il partito al secondo"
Starmer, un 61enne ex avvocato per i diritti umani ed ex procuratore capo dello Stato, ha reso omaggio a Sunak, nominato leader dei Tory e primo ministro nell'ottobre 2022 dopo il disastroso mandato di Liz Truss. "Il suo successo come primo premier anglo-asiatico del nostro Paese, lo sforzo aggiuntivo che ciò ha richiesto, non dovrebbero essere sottovalutati da nessuno", ha detto, "rendiamo omaggio a questo oggi. Riconosciamo anche la dedizione e il duro lavoro che ha portato alla sua leadership.
Sostenitori laburisti in festa si sono allineati lungo l'ingresso a Downing Street mentre Starmer e sua moglie Victoria arrivavano da Buckingham Palace, stringendo la mano e baciando gli attivisti. Il suo governo, ha detto il leader laburista, metterà "il Paese al primo posto, il partito al secondo" e ha promesso di ripristinare il "rispetto per la politica", dopo una serie di scandali che hanno investito i conservatori ed eroso la fiducia degli elettori.
Starmer ha poi cercato di mitigare le alte aspettative di una trasformazione immediata: "Cambiare un Paese non è come premere un interruttore", ha fatto notare. "Il mondo è ora un luogo più instabile. Ci vorrà del tempo. Ma non abbiate dubbi che il lavoro di cambiamento iniziera' immediatamente", ha concluso.
Sunak presenta le dimissioni da premier a Carlo III
Poco prima Rishi Sunak si era recato a Buckingham Palace, la residenza della famiglia reale britannica, per presentare le sue dimissioni da primo ministro, come da tradizione costituzionale. Dopo aver lasciato per l'ultima volta la residenza al numero 10 di Downing Street come capo del governo, Sunak, accompagnato dalla moglie Akshata Murty, si è recato a palazzo per le consuete formalità. Sunak continuerà a essere il leader dei Tory fino a quando il partito non inizierà il processo di scelta del suo successore.
Rishi Sunak si è scusato con l'opinione pubblica dopo che i conservatori sono stati sconfitti dai laburisti alle elezioni generali nel Regno Unito e ha detto che si sarebbe dimesso da leader del partito. "Al Paese vorrei dire innanzitutto che mi dispiace", ha detto fuori dalla residenza del primo ministro al numero 10 di Downing Street, prima di recarsi a Buckingham Palace per presentare le sue dimissioni da primo ministro a re Carlo III. "Ho dato il massimo per questo lavoro, ma voi avete dato un chiaro segnale che il governo di questo deve cambiare. E il vostro e' l'unico giudizio che conta".
Sunak chiede scusa a elettori
"Ho sentito la vostra rabbia, la vostra delusione e mi assumo la responsabilità di questa sconfitta". La portata della sconfitta ha reso inevitabile che Sunak - il quinto leader del partito conservatore dal 2010 - dovesse dimettersi anche da capo dei Tory. Sunak - un indù osservante, primo primo ministro britannico di colore - ha fatto gli auguri al suo successore Keir Starmer, definendolo "un uomo onesto e di spirito pubblico che rispetto. Una delle cose più straordinarie della Gran Bretagna è che due generazioni dopo che i miei nonni sono venuti qui con poco, io sono potuto diventare primo ministro", ha aggiunto. "E che ho potuto guardare le mie due giovani figlie accendere le candele di Diwali sui gradini di Downing Street. Dobbiamo tenere fede a questa idea di chi siamo".