AGI - "Un accordo di desistenza non significa che ci sarà una coalizione, non faremo nessun governo con La France Insoumise". All'indomani delle intese sulle candidature per fermare l'estrema destra del Rassemblement National, Emmanuel Macron gela le speranze di un'alleanza larga tra i centristi e la gauche nel caso in cui il RN no raggiungesse la maggioranza assoluta. 'Così come affermiamo che nessun voto dovrebbe andare al Rassemblement National è fuori questione che parteciperemo a un governo con LFI', fa sapere l'entourage del capo dell'Eliseo che sbarra la strada a una eventuale coalizione di governo con la sinistra radicale. "Non governeremo con La France Insoumise. Una desistenza non costituisce una coalizione", ha detto il Presidente della Repubblica durante il Consiglio dei ministri secondo quanto riportano i media francesi. La posizione di Macron era già stata anticipata in mattinata dal primo ministro, Gabriel Attal. "Tutto mi separa dalla France Insoumise - ha detto Attal - non stringerò mai un'alleanza con loro".
L'ipotesi di una coalizione di governo sinistra-centro alternativa al RN se l'estrema destra non dovesse raggiungere la maggioranza assoluta di 289 deputati era stata già scartata dallo steso leader della France Insoumise, Jean Luc Melenchon. "Ci sono due progetti sul tavolo: il Rassemblement National e il Nuovo Fronte Popolare - aveva detto il leader della sinistra - La scelta "dell'unita' nazionale" non è una di queste". Il doppio veto di macronisti e sinistra radicale apre lo scenario di una Assemblea Nazionale senza maggioranza nel caso in cui il RN non raggiungesse quota 289 seggi.
Intanto, il Cremlino rende pubblico per la prima volta in maniera ufficiale il suo endorsement per il partito di Marine Le Pen. In un post su X il ministero degli Esteri di Mosca pubblica una foto della leader del RN e scrive che "il popolo francese sta cercando una politica estera sovrana che serva i propri interessi nazionali e una rottura con i dettami di Washington e Bruxelles". I dirigenti francesi "non saranno in grado di ignorare questi profondi cambiamenti negli atteggiamenti della stragrande maggioranza dei cittadini", aggiunge il ministero russo. In mattinata un allarme sulle interferenze di Mosca sul voto era stato lanciato dal CNRS francese (il Centro di Analisi e Matematica Sociale).
In uno studio pubblicato il 30 giugno e rilanciato dal Figaro, il centro di ricerche francese scrive che "il Cremlino avrebbe cercato di influenzare il voto delle elezioni legislative per destabilizzare la Francia". Lo studio descrive in dettaglio le strategie attuate dalla Russia per "indebolire il fronte repubblicano" e "destrutturare la società francese" durante le elezioni. Il rapporto aggiunge che che la Russia sta cercando un "processo di indebolimento e poi di inversione del fronte repubblicano" nel contesto delle elezioni. L'obiettivo di Mosca secondo il rapporto, sarebbe quindi "destrutturare la societa' francese in modo sistemico per provocare una transizione verso una società chiusa o una democrazia illiberale". Lo studio individua una "convergenza di interessi tra il regime di Putin e l'estrema destra francese".
Una risposta netta
La leader di Rassemblement national ha denunciato il presunto sostegno espresso da Mosca nei confronti del suo partito di estrema destra come una "provocazione" e una "ingerenza" nel mezzo delle elezioni legislative francesi. "Non mi sento assolutamente responsabile delle provocazioni russe contro la Francia e Emmanuel Macron", ha commentato Le Pen, facendo riferimento al post del ministero degli Esteri russo che su X ha postato una sua foto, sostenendo che "il popolo francese sta cercando una politica estera sovrana che serva i propri interessi nazionali e una rottura con i dettami di Washington e Bruxelles".