AGI - Il governo del Kenya ha dispiegato l'esercito per far fronte all'"emergenza sicurezza" causata dalle proteste contro l'aumento delle tasse culminate in un assalto al Parlamento a Nairobi. "Le forze di difesa del Kenya saranno schierate a sostegno del servizio di polizia nazionale", ha dichiarato il ministro della Difesa Aden Duale in un breve decreto pubblicato sulla Kenyan Gazette (la Gazzetta ufficiale). La mobilitazione militare arriva "in risposta all'emergenza di sicurezza causata dalle violente proteste in corso in varie parti della Repubblica del Kenya che hanno provocato la distruzione e la violazione delle infrastrutture critiche", ha aggiunto Duale.
L'ordinanza è stata emanata dopo che la Polizia è stata travolta dalle manifestazioni, soprattutto a Nairobi, epicentro di mobilitazioni senza precedenti nella storia recente del Paese. Secondo fonti ufficiali le vittime sono state 5, mentre secondo un gruppo di Ong sono almeno 17 persone, di cui 14 nella capitale.
Nel terzo giorno di manifestazioni della scorsa settimana, al grido di "Ruto must go, Ruto must go!", in riferimento al presidente keniano William Ruto, i manifestanti, per lo più giovani, hanno invaso il Parlamento nonostante la polizia avesse aperto il fuoco per impedirlo. Quella che era iniziata come una protesta pacifica di migliaia di giovani contro l'aumento delle tasse nella capitale del Kenya - e in altre città in almeno 29 delle 47 contee del paese - si è trasformata in una battaglia campale tra forze di sicurezza e manifestanti.
Le ragioni della protesta
Le violenze sono esplose al culmine della terza manifestazione in otto giorni organizzata dal movimento "Occupy Parliament", che si oppone al progetto di bilancio 2024-25 e alle nuove tasse che prevedono un aumento del 16% dell'Iva sul pane e l'introduzione di un'imposta sui veicoli del 2,5%. L'obiettivo del governo è di incassare almeno 2,7 miliardi di dollari per le finanze statali, ma il progetto ha innescati scontri iniziati intorno a mezzogiorno in un'area che ospita diversi edifici istituzionali e i manifestanti sono poi entrati nel Parlamento, dove i deputati avevano appena approvato gli emendamenti al testo, che dovrà essere votato entro il 30 giugno.
Altre manifestazioni si sono tenute in diverse città del Paese, in particolare nelle roccaforti dell'opposizione a Mombasa e Kisumu oltre che a Eldoret, una grande città della Rift Valley regione natale del presidente William Ruto. Violenze anche a Nyeri e Nakuru. Dopo una prima protesta, il 18 giugno il governo aveva annunciato il ritiro della maggior parte delle misure, ma i manifestanti hanno continuato, chiedendo il ritiro integrale del testo. Inizialmente guidato dalla "Generazione Z" (giovani nati dopo il 1997), il movimento si è evoluto in una protesta più ampia contro le politiche del Presidente Ruto, che domenica ha dichiarato di essere pronto al dialogo.
Secondo una dichiarazione rilasciata da diverse ONG, tra cui Amnesty Kenya, "almeno cinque persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco (...) Trentuno sono rimaste ferite" durante questa giornata di mobilitazione in tutto il Paese contro i piani del governo per nuove tasse attualmente in discussione in Parlamento. Le organizzazioni per i diritti umani riferiscono che sono state sparate munizioni vere, proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Inoltre nelle ultime 24 ore ci sarebbero stati 21 casi di rapimenti da parte di "agenti in uniforme o in borghese".
Le riprese televisive hanno mostrato stanze del Parlamento messe a soqquadro, tavoli rovesciati, finestre sfondate e mobili fumanti sparsi nei giardini. Tre camion dell'esercito hanno portato rinforzi per mettere in sicurezza l'area intorno al Parlamento mentre a poche centinaia di metri di distanza la polizia ha usato un cannone ad acqua per spegnere un incendio negli uffici del governatore di Nairobi. Inoltre, secondo NetBlocks, un'organizzazione che monitora le reti di telecomunicazioni nel mondo, la rete Internet in Kenya è stata "significativamente" interrotta mentre la polizia "reprimeva le manifestazioni". L'organizzazione sottolinea che il giorno prima le autorità avevano dichiarato che non avrebbero bloccato Internet.
Le ambasciate di 13 Paesi occidentali, tra cui Canada, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, si sono dette "profondamente preoccupate" per le violenze e "particolarmente scioccate dalle scene fuori dal parlamento keniano". Il Kenya, un Paese dell'Africa orientale con una popolazione di circa 52 milioni di abitanti, è una potenza economica della regione. Tuttavia, a maggio ha registrato un'inflazione del 5,1% su base annua, con un aumento dei prezzi dei generi alimentari e del carburante rispettivamente del 6,2% e del 7,8%, secondo la Banca centrale.