Le nuove regole, entrate in vigore il 30 aprile, prevedono che alcuni prodotti vengano controllati ai posti di frontiera in tutto il Paese e che gli importatori debbano pagare tariffe diverse a seconda del tipo di prodotto che introducono. L'avviso affermava che le dichiarazioni errate intenzionali sui moduli costituivano un reato penale e che le autorità sanitarie portuali avrebbero cercato attivamente tali comportamenti e preso provvedimenti in caso di prove.
Secondo le nuove regole di frontiera, i prodotti sono classificati come a basso, medio o alto rischio. I prodotti a basso rischio non richiedono alcun controllo, quelli a medio rischio ricevono alcuni controlli e quelli ad alto rischio ancora di più. I controlli possono durare diverse ore e sono soggetti a una serie di ritardi, che possono mettere a rischio la durata di conservazione di alcuni prodotti deperibili o far saltare i tempi di consegna ai clienti.
L'avviso inviato dal Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra) afferma che alcune aziende dichiaravano regolarmente merci a basso rischio quando invece erano a medio rischio, mentre i prodotti ad alto rischio venivano indicati come a medio rischio. C'è stato anche un problema con gli importatori che non hanno incluso i certificati sanitari di esportazione con la carne e i prodotti lattiero-caseari e i certificati fitosanitari per le piante.
Il Defra ha aggiunto di essere a conoscenza del fatto che gli importatori cercano di includere più certificati sanitari di esportazione nei documenti comuni di entrata per la salute, quando i regolamenti prevedono che ce ne sia solo uno. In questo modo le aziende potrebbero risparmiare denaro, dato che gli importatori pagano fino a 145 sterline per ogni documento di entrata.