AGI - Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha citato monsignor Carlo Maria Vigano' affinché "possa prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è stato accusato (affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II)". Si tratta di un processo penale extragiudiziale. È lo stesso ex Nunzio in Usa a pubblicare sui social la copia del decreto del Dicastero, nel quale si legge che Vigano' si sarebbe dovuto presentare nel pomeriggio di oggi in Vaticano o nominare un suo difensore.
Vigano' ha commentato: "Considero le accuse nei miei confronti un onore". E ha definito il Concilio Vaticano II un "cancro ideologico, teologico, morale e liturgico", e la Chiesa sinodale una "metastasi".
Come si ricorderà Vigano' nel settembre 2018 era stato protagonista della clamorosa lettera sul caso del cardinale statunitense Theodore McCarrick, che si chiudeva chiedendo la rinuncia del Papa. Quella vicenda, pienamente chiarita dalla Santa Sede con la pubblicazione di un minuzioso rapporto nel novembre 2020 che smentisce l'ex nunzio su tutta la linea, non e' oggetto del documento pubblicato nell'account X, ricorda Vatican News. Vigano' sarebbe invece accusato, secondo il suo account, di non riconoscere la legittimità del Pontefice ne' quella dell'ultimo Concilio. Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha commentato in alcun modo l'annuncio pubblicato sui social.
Le parole di Parolin
"Monsignor Viganò ha assunto alcuni atteggiamenti e alcuni gesti di cui deve rispondere". Così il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un convegno alla Pontificia Università Urbaniana riguardo alla citazione in giudizio per l'ex nunzio, accusato di scisma. Parolin ha spiegato che a Viganò, verrà data "la possibilità di difendersi", riferisce Vatican News. A livello personale, ha detto ancora il cardinale, ricordando - su domanda dei giornalisti - i tempi in cui hanno condiviso il lavoro, "mi dispiace tantissimo perché l'ho sempre apprezzato come un grande lavoratore, molto fedele alla Santa Sede, che era in un certo senso anche d'esempio. Quando era nunzio apostolico ha lavorato bene. Cosa sia successo - ha concluso il segretario di Stato - non lo so..."