AGI - "Make Europe great again": è il motto che il governo ungherese ha scelto per il suo semestre di presidenza dell'Ue. Un messaggio trumpiano cui però Budapest non vuole associarsi ufficialmente. "Trump non credo abbia mai voluto rendere grande l'Europa", ha detto ai giornalisti l'ambasciatore ungherese presso l'Ue, Odor Balint, presentando il semestre di turno che prenderà il via il primo luglio. "Già tredici anni fa, alla nostra prima presidenza dell'Ue, il motto era 'For a strong Europe'", ha cercato di spiegare ai corrispondenti che hanno continuato a incalzarlo sul tema. "Il make Europe great again è riferito al passato in cui l'Europa, la sua industria, il suo Pil, avevano ben altri numeri rispetto a quelli attuali", ha evidenziato. Polemiche - tante - a parte, sono sette le priorità tracciate: un New deal per la competitività; il rafforzamento della politica di difesa europea; una politica di allargamento coerente e basata sul merito; arginare la migrazione illegale; plasmare il futuro della politica di coesione; una politica agricola orientata verso l'agricoltore; e la sfida demografica.
La scelta dei termini è un indicatore sufficiente per comprendere la direzione politica della prossima presidenza europea. Un esempio: l'Ucraina non è citata nell'allargamento, l'attenzione è riservata ai Balcani occidentali. Il riferimento all'Ucraina nel capitolo dell'allargamento (sempre senza menzionarla) emerge solo quando si parla della tutela delle minoranze. Elemento di costante frizione tra Budapest e Kiev. Nel capitolo delle migrazioni, l'attenzione si focalizza sui confini esterni e sugli accordi con i Paesi terzi. Non viene menzionato il Patto per le migrazioni e l'asilo (sempre bocciato dall'Ungheria) né tantomeno un meccanismo di redistribuzione degli arrivi. E ancora: la Cina, ad esempio. Non si parla di de-risking o di tariffe.
"Un approccio pragmatico ed equilibrato nei confronti della Cina è un obiettivo chiave della Presidenza ungherese. La Cina è un importante partner commerciale ed economico. Nelle relazioni Ue-Cina, riteniamo particolarmente importante il dialogo costruttivo sull'economia e sulla sicurezza strategica", si legge nel programma di Budapest. Il Green deal non viene citato tra le sette priorità. Nel programma emerge la volontà di puntare su "obiettivi realizzabili". "La priorità della Presidenza ungherese è contribuire al processo di definizione di un ambizioso, ma realizzabile, obiettivo climatico intermedio 2040 che garantisca che nessun cittadino o Stato membro sia lasciato indietro, garantendo al contempo la competitività e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Ue durante tutta la transizione verde e giusta", è la linea tracciata.