AGI - All'Italia "spetta un vicepresidente e un portafoglio di grande importanza". È il messaggio con cui il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lascia il pre-vertice del Ppe prima della cena informale dei leader Ue sulle nomine apicali. "Siamo un Paese fondatore. Abbiamo un ruolo importante da svolgere. Credo che all'Italia spetti una vice presidenza e un portafoglio non di secondo livello", ha spiegato il leader di Forza Italia ai giornalisti. Tuttavia non entra ancora nel dettaglio delle deleghe. "Se ne parlerà dopo che sarà stata scelta votata la presidente della Commissione. Poi si faranno le trattative con i vari Stati. Ognuno chiederà. Però l'Italia non può non avere un vicepresidente, come è sempre stato. Ora è stato commesso un errore a non pretendere la vice presidenza: io sono stato due volte commissario con i governi Berlusconi, sono stato due volte vicepresidente della Commissione europea. Quindi va chiesta perché l'Italia ha diritto ad averla come Paese fondatore, come grande Paese dell'Unione europea e credo che meriti di avere anche un commissario di alto profilo", insiste.
Tajani - al termine di un incontro durato un paio d'ore - conferma i nomi del Ppe: "Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione e Roberta Metsola per la presidenza del Parlamento europeo, e per cinque anni non solo due e mezzi". Questo perché "il Ppe ha vinto le elezioni e sia i socialisti che i liberali ne devono tenere conto", ha evidenziato. La casella della presidenza del Consiglio europeo vai ai socialisti, probabilmente all'ex premier portoghese, Antonio Costa, anche "se qualcuno teme non sia abbastanza fermo nella questione ucraina".
Invece l'Alto rappresentante va ai liberali. "L'importante è che l'Alto rappresentante tenga conto dei problemi della frontiera orientale, ma deve tenere anche conto dei problemi del Sud. È importante quindi un Alto rappresentante che certamente non può sottovalutare quello che accade ai confini orientali, la guerra in Ucraina ma bisogna tenere conto anche di ciò che accade in Medio Oriente e ciò che accade nel Sud dell'Europa", è l'altra precisazione del capo della Farnesina.
Altri nomi, come quello di Mario Draghi, "fanno parte del totonomi dei giornali di cui non si è mai parlato". Sulla maggioranza, il leader di Forza Italia ribadisce di preferire i conservatori "che non sono Id" ai Verdi "a cui non si possono fare concessioni".