AGI - Mentre continuano i combattimenti a Gaza, aumentano i timori per la crescente tensione tra Israele ed Hezbollah al confine con il Libano. L'inviato speciale Usa Amos Hochstein è arrivato nella regione, nell'ambito degli sforzi americani per evitare che l'escalation si trasformi in una guerra totale. Il rappresentante del presidente americano Joe Biden ha incontrato a Gerusalemme il premier Benjamin Netanyahu, insieme al ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, il segretario militare Roman Goffman, il consigliere politico Ofir Fleck e la vice ambasciatrice degli Stati Uniti in Israele Stephanie Hallett. Hochstein ha avuto un faccia a faccia anche con il presidente Isaac Herzog e più tardi sono previsti gli incontri con i leader dell'opposizione Yair Lapid e Benny Gantz, dopo l'uscita di quest'ultimo dal gabinetto di guerra. L'obiettivo, ha riferito un portavoce dell'ambasciata americana, è "prevenire ulteriormente l'escalation lungo il confine tra Israele e Libano".
Allarmi si sono susseguiti negli ultimi giorni contro l'ipotesi di un'invasione di terra limitata del Paese dei Cedri. Ieri, il portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari ha avvertito che "la crescente aggressività di Hezbollah ci sta portando sull'orlo di quella che potrebbe essere un'escalation più ampia, che potrebbe avere conseguenze devastanti per il Libano e l'intera regione". "Israele adotterà le misure necessarie per proteggere i suoi civili, finché non sarà ripristinata la sicurezza lungo il confine con il Libano", ha assicurato.
Come ha denunciato il portavoce israeliano David Mencer, dal 7 ottobre il gruppo sciita filo-iraniano ha lanciato oltre 5.000 razzi, missili anticarro e droni esplosivi dal Libano verso Israele. "Ci stiamo difendendo dall'aggressione di Hezbollah. Non esiste alcuna disputa territoriale tra Libano e Israele", il confine settentrionale dello Stato ebraico è "esattamente dove l'Onu ha stabilito che dovrebbe essere", ha aggiunto, sottolineando che il movimento guidato da Hassan Nasrallah ha "la piena responsabilità" per il deterioramento della sicurezza nel nord del Paese. "Diplomaticamente o militarmente, in un modo o nell'altro, riporteremo gli israeliani nelle loro case nel nord di Israele", ha concluso Mencer.
Hezbollah ha intensificato gli attacchi la scorsa settimana dopo che un suo comandante, Taleb Abdallah, e' stato ucciso in un attacco israeliano, il più alto in grado a essere colpito a morte dall'inizio dell'attuale conflitto. Anche oggi, l'Idf ha rivendicato un nuovo attacco nel sud del Libano, costato la vita a un membro "di spicco" dell'unita' missilistica, Muhammad Ayoub. Caccia israeliani hanno anche colpito un edificio utilizzato da Hezbollah a Mays al-Jabal. Intanto, Netanyahu ha sciolto il gabinetto di guerra, la cui creazione era stata richiesta da parte del leader di Unita' Nazionale Benny Gantz per unirsi al governo. Dopo l'uscita di quest'ultimo, insieme al collega di partito Gadi Eisenkot, restavano solo il premier, il ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme a Dermer e al leader del partito ultraortodosso Shas Aryeh Deri. Così non aveva più ragion d'essere ed è stato smantellato, ha spiegato un funzionario dell'ufficio del premier. Una mossa attesa alla luce delle rinnovate pressioni del ministro per la Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir di entrare a farne parte per avere un peso nelle decisioni belliche. Il premier e il ministro della Difesa terranno consultazioni ad hoc con altri funzionari competenti per prendere decisioni chiave sulla guerra, cercando al contempo l'approvazione finale del più ampio gabinetto di sicurezza.