AGI - Aborto, poi ancora aborto, poi intelligenza artificiale e Ucraina. Papa e Presidente americano di nuovo a colloquio, e non si esclude nulla sulla sua riuscita. Quando Joe Biden si presentò in Vaticano, era l'ottobre del 2021, ricevette investitura inaspettata. O meglio: schivò una scomunica semi annunciata, già nei fatti comminata da parte consistente dell'episcopato che fulminava ed escludeva ipso facto dalla comunione i politici cattolici favorevoli all'interruzione volontaria della gravidanza. Finì, tre anni fa, con un paio di frasi mai riportate ma pronunciate a quattr'occhi e la questione che andava perdendo interesse. Nel senso che Joe Biden ha continuato a ribadire il suo punto di vista in materia (anche per interposta persona nel corso delle ultime 48 ore), la Conferenza Episcopale Nordamericana ha varato un documento in materia molto meno draconiano del previsto e Nancy Pelosi, a potenziale esclusione dai sacramenti anch'ella, ha fatto regolarmente la comunione in una chiesa vicino a via Veneto.
Non che per Papa Francesco l'aborto sia questione secondaria: la sua frase preferita in materia è "prendere un medico per abortire è come assoldare un killer". Ma dal parlar chiaro alla rottura ci passa non poco.
Intanto però già si anticipa un ammorbidimento delle istanze Lgbt nel documento finale di questo vertice pugliese. Se così, gesto nei confronti dell'illustre ospite mai affacciatosi prima a un G7. Anche perché le politiche nazionali, in questo tema come anche in tema d'aborto, sono tutt'altra cosa e ognuno è padrone in casa sua.
Ciò detto, e preso atto della scarsa conciliabilità delle rispettive posizioni, si passa a parlare d'altro, anche se anche qui i punti di contatto sono meno ampli di una volta. Perché è difficile immaginare un forte afflato sul tema della guerra in Ucraina, che Bergoglio condanna senza se e senza ma mentre gli Stati Uniti hanno già incassato, nella prima giornata del G7, il sì a 50 miliardi di prestiti a Kiev usando asset russi. Per continuare la guerra, sia chiaro, e se il Pontefice in passato ha parlato di una Nato che abbaiava alle porte della Russia, Biden a Borgo Egnazia vede Zelensky e insieme firmano un accordo di sicurezza valido 10 anni.
Kiev, in altre parole, si avvicina sempre più all'Atlantico. Anche quando si viene a sapere che la mediazione del Cardinal Zuppi ha riportato a casa i primi bambini ucraini rapiti dai russi e che il segretario di Stato, Parolin sta per partire alla volta della Svizzera per una conferenza internazionale di pace e dialogo (disertata però dalla Russia).
Discorso in parte diverso se si pensa all'Intelligenza Artificiale. Nel senso che l'approccio della amministrazione Biden in materia è tutto men che negativo, ma non mancano alcuni distinguo e alcune preoccupazioni. La manipolazione dei dati e delle menti è rischio che a Washington hanno ben presente, come anche in Vaticano (e Padre Paolo Benanti, il francescano filosofo che è particolarmente stimato tanto da Bergoglio quanto dal governo italiano, si sgola a ripeterlo).
La Chiesa però non è arroccata di certo su un no - Padre Benanti spiega chiaramente anche questo - perché semmai si tratta di gestire la novità tecnologica, che è impossibile da disinventare. L'importante è evitare che la novità porti a nuovi orrori, armi di distruzione di vite e di intelligenze naturali. E se al Papa è recentemente scappata una frase su intelligenza artificiale e intelligenza dei politici, la circostanza non è casuale. Avrà occasione, Francesco, di porre la questione intellettiva a più di uno dei suoi interlocutori, in questa giornata al G7: il gruppo racchiude tutti i principali paesi produttori di armi nel mondo.