AGI - "Voi sette, noi otto miliardi". È lo striscione che ha accompagnato oltre un centinaio di manifestanti tra sindacalisti, studenti e associazioni pacifiste hanno sfilato per le strade di Fasano nel "Contro Forum G7", organizzato da Anpi, Arci, Cgil, comitato Io Accolgo Puglia, Libera, forum del Terzo Settore, Greenaccord, Legambiente, Link, Missionari Comboniani, Movimento Nonviolento, Rete dei Comitati per la Pace di Puglia, Pax Christi, Peacelink, Radici Future, rete degli Studenti Medi, rete della Conoscenza, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Un Ponte Per, S.Confin.Arti.
Nel pomeriggio, prima della manifestazione, che ha preso il via alle 18 da largo Martinelli e si è conclusa nel parco delle Rimbembranze, l'organizzazione ha presentato sette documenti con proposte concrete, per "il giusto e pacificato governo del Pianeta" su pace, istruzione, ambiente, salute, lavoro, guerra, intelligenza artificiale, migrazioni e Palestina. Occorre "lavorare tutti insieme per raggiungere un cessate il fuoco e una pace praticabile, fermando tutti i conflitti internazionali in corso. Ridurre la corsa agli armamenti, che molte potenze industriali perseguono tramite politiche pubbliche di investimento, e reindirizzare queste risorse verso il welfare, la centralità della persona e i diritti umani", ha commentato Gigia Bucci, segretaria della CGIL Puglia, durante la conferenza stampa del contro-forum del G7.
Gli organizzatori del "Contro forum" hanno spiegato che "tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno avuto la spesa militare più alta, raggiungendo i 916 miliardi di dollari nel 2023, pari al 68% della spesa totale della NATO". Anche altri Paesi del G7 come Germania, Regno Unito e Italia "hanno registrato aumenti significativi nelle loro spese militari, 'un incremento sproporzionato rispetto ad altri investimenti pubblici', secondo un rapporto di Greenpeace". In Italia, secondo i dati degli organizzatori, "ogni euro speso per l'acquisto di armi genera un aumento della produzione interna di soli 0,74 euro; la stessa cifra investita in altri settori pubblici ha invece un effetto moltiplicatore quasi doppio, con un incremento della produzione pari a 1,9 euro nella protezione ambientale, 1,5 euro nella sanità e 1,25 euro nell'istruzione".
Nel documento elaborato dal "Contro-forum" si evidenzia, tra l'altro, che "al centro del G7 vi è un maxi piano di riarmo da 10.000 miliardi di dollari, che minaccia di prosciugare le spese per il welfare dei Paesi dell'area G7 e di compromettere il loro futuro. Dal 2022, con lo scoppio della guerra in Ucraina, tutti i Paesi del G7 hanno aumentato notevolmente la loro spesa militare. Tuttavia, la spesa militare è un pessimo investimento, crea pochi posti di lavoro rispetto ad altri settori e sottrae risorse essenziali per il mantenimento dello stato sociale". Gli organizzatori concludono spiegando che "destinare solo l'1% del budget militare del G7 sarebbe sufficiente a eradicare la fame nel mondo, che è in costante aumento".