AGI - Gli Stati Uniti intensificano le pressioni per un cessate il fuoco a Gaza con un appello per un voto del Consiglio di Sicurezza Onu su una tregua e con un tour di Antony Blinken nella regione.
Il segretario di Stato visiterà Egitto, Israele, Giordania e Qatar nel suo ottavo tour regionale dallo scoppio della guerra. "L'unico ostacolo al raggiungimento di un cessate il fuoco è Hamas. È tempo che accettino l'accordo", ha detto sabato il capo di Foggy Bottom. Hamas ha insistito per una tregua permanente e per il completo ritiro israeliano da tutte le parti di Gaza, richieste che Israele ha fermamente respinto.
L'arrivo di Blinken è stato preceduto da un ulteriore bombardamento notturno su Gaza da parte delle forze israeliane, mentre Benjamin Netanyahu deve affrontare il dissenso interno con le dimissioni del membro del gabinetto di guerra Benny Gantz. Washington ha presentato un progetto di risoluzione alle Nazioni Unite, chiedendo un "cessate il fuoco immediato con il rilascio degli ostaggi" dopo che per mesi gli Stati Uniti sono stati criticati per aver bloccato diverse bozze che chiedevano la fine dei combattimenti.
La spinta per un accordo promossa del presidente Joe Biden non è riuscita finora a produrre risultati tangibili, mentre il raid delle forze speciali israeliane che ha portato alla liberazione di 4 ostaggi allontana la prospettiva di una tregua: nei combattimenti che hanno accompagnato il blitz sono state uccise decine - se non centinaia - di palestinesi.
Secondo Hamas 274 persone - tra cui 64 bambini, 57 donne e 37 anziani - sono state uccise e 698 ferite in quello che il movimento islamista ha definito il "massacro di Nuseirat". Cifre che però non possono essere verificate in modo indipendente.
La decisione di Gantz, che non farà cadere il governo di destra, arriva dopo che aveva lanciato un ultimatum a Netanyahu affinché presentasse un piano postbellico per Gaza entro l'8 giugno. Rispondendo al primo grande colpo politico ricevuto durante il conflitto, il premier ha detto a Gantz che "non era il momento di abbandonare la battaglia".