AGI - Claudia Sheinbaum entra nella storia come prima donna presidente del Messico, superando per consensi la vittoria elettorale del suo predecessore e compagno di partito, Andres Manuel Lopez Obrador, nel 2018. La sessantunenne Sheinbaum, scienziata ambientale per formazione, negli ultimi cinque anni ha guidato la capitale Città del Messico e assumerà la presidenza fra quasi quattro mesi, dal primo ottobre. Ha ottenuto quasi il 60% dei voti secondo i primi dati, superando di circa 30 punti la sua principale avversaria del partito di opposizione Xòchitl Gàlvez, che ha ammesso la sconfitta, mentre al terzo posto Jorge lvarez Màynez è stato votato dal 10% circa.
L'ampiezza della vittoria, nel Paese con poco meno di 100 milioni di elettori, ha superato anche quella larga già prevista dai sondaggi. Come ha detto la prossima presidente, ringraziando i "milioni di donne e uomini messicani che hanno deciso di votare per noi in questo giorno storico per il riconoscimento del nostro progetto di trasformazione ". L'uscente Lòpez Obrador, da parte sua, ha sottolineato che "il popolo messicano ha deciso liberamente e democraticamente che Claudia Sheinbaum sarebbe diventata la prima donna presidente del Messico dopo 200 anni, dal 1824, dalla prima repubblica federale, da quando Guadalupe Victoria fu il primo presidente, ma anche quella eletta con il maggior numero di voti in tutta la storia del nostro paese ".
La coalizione che la sostiene, composta dal Movimento di Rigenerazione Nazionale (Morena), dal Partito Laburista (PT) e da Ecologia Verde del Messico (PVEM), ha ottenuto la maggioranza dei due terzi della Camera dei Deputati. Questo consentirà alla presidente di promuovere le controverse riforme costituzionali proposte dal suo predecessore come la militarizzazione della Guardia Nazionale, la riforma del sistema elettorale e l'elezione con voto popolare dei giudici e dei membri della Corte Suprema.
Il partito al governo ha anche confermato la gestione della sua principale roccaforte politica, Città del Messico, dove Clara Brugada ha guadagnato quasi 10 punti di vantaggio sull'oppositore Santiago Taboada, nonostante i sondaggi prevedessero una vittoria meno marcata.
L'ombra dei Narcos sul voto
In una nazione in cui politica, criminalità e corruzione sono strettamente intrecciate, i cartelli della droga hanno fatto di tutto per garantire la vittoria dei loro candidati preferiti, a livello locale. Poche ore prima dell'apertura delle urne, un candidato locale è stato assassinato in un violento stato occidentale, aggiungendosi ad almeno altri 25 politici uccisi durante la campagna elettorale, secondo i dati ufficiali.
Nello stato centrale messicano di Puebla, due persone sono morte dopo che sconosciuti hanno attaccato i seggi elettorali per rubare documenti, e le votazioni sono state sospese in due municipi dello stato meridionale del Chiapas a causa delle violenze. Sheinbaum si è impegnata a portare avanti la controversa strategia del presidente uscente "abbracci, non proiettili" volta ad affrontare il crimine alla radice, mentre al contrario la sua avversaria Galvez aveva promesso un approccio più duro alla violenza legata ai cartelli, dichiarando che "gli abbracci per i criminali sono finiti".
Un'infinita scia di sangue
Più di 450.000 persone sono state uccise e decine di migliaia sono scomparse da quando il governo ha schierato l'esercito per combattere il traffico di droga nel 2006. Fra le sfide che la presidente dovrà affrontare, ci sono anche i delicati rapporti con i vicini Stati Uniti, in particolare le controverse questioni del traffico transfrontaliero di droga e dell'immigrazione. Altri compiti urgenti includono la riduzione del tasso di povertà superiore al 30% e la mitigazione del crescente impatto del cambiamento climatico in un paese che soffre di siccità e carenza idrica.
Sul piano economico, Sheinbaum eredita un deficit fiscale pari a quasi il 6% del prodotto interno lordo, nonostante le promesse di austerità di Lopez Obrador. Inoltre, in un Paese in cui ogni giorno vengono uccise fra le 8 e le 10 donne e il sessismo è un problema atavico e radicato, dalla prima presidente donna ci si aspetta un'importante azione contro la violenza sulle donne. "Nessuno potrà più dire alle messicane che sono più belle se stanno zitte", ha detto durante la sua campagna elettorale.