AGI - Berlino dice sì all'uso di armi tedesche per colpire obiettivi di Mosca su territorio russo. Per la prima volta in maniera esplicita, la Germania autorizza direttamente Kiev all'uso di dispositivi bellici per frenare l'avanzata delle forze di Mosca. L'Italia conferma il suo 'no' e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadisce la linea del governo: "Continueremo a sostenere l'Ucraina ma non autorizzeremo l'uso di armi per colpire il territorio russo - dice il vicepremier - la Costituzione all'articolo 11 ce lo vieta. Siamo al fianco di Kiev ma non siamo in guerra con Mosca".
Diversa invece la posizione tedesca annunciata oggi: "l'Ucraina ha il diritto, garantito dal diritto internazionale, di difendersi dagli attacchi russi e può anche utilizzare le armi previste per questo scopo, comprese quelle che le abbiamo consegnato", ha detto il portavoce del cancelliere Olaf Scholz, Steffen Hebestreit, in un comunicato stampa. "Nelle ultime settimane, la Russia ha preparato, coordinato ed eseguito attacchi, in particolare nella regione di Kharkiv, da posizioni nell'area di confine russa immediatamente adiacente", si legge nella nota. "Insieme siamo convinti che l'Ucraina abbia il diritto, garantito dal diritto internazionale, di difendersi da questi attacchi", ha aggiunto Hebestreit.
La svolta di Biden che segna un precedente
La Germania, come altri Paesi alleati, aveva finora escluso l'uso delle armi fornite a Kiev sul territorio russo, per timore di un'escalation, con la minaccia di fondo dell'uso dell'arma nucleare da parte del presidente russo Vladimir Putin. Ma diversi paesi hanno ora cambiato posizione, a partire dalla Francia, ma anche gli Stati Uniti. L'apertura di Berlino infatti arriva dopo il via libera sostanziale della Casa Bianca riportato dai principali media Usa: secondo il Washington Post e il New York Times, il presidente americano Joe Biden, in un importante cambiamento sollecitato dai suoi consiglieri e dai principali alleati, ha autorizzato l'Ucraina a condurre attacchi limitati all'interno del territorio russo con armi di fabbricazione americana, aprendo a quello che potrebbe essere un nuovo capitolo della guerra.
La decisione di Biden, se fosse confermata, segnerebbe un precedente assoluto: per la prima volta un presidente americano consentirebbe risposte militari limitate all'interno dei confini di un avversario dotato di armi nucleari. I funzionari della Casa Bianca, tuttavia, hanno insistito sul fatto che l'autorizzazione si estende solo a quelli che vengono definiti atti di autodifesa, in particolare per consentire alle truppe di Kiev di difendere Kharkiv e le aree circostanti da missili, bombe plananti e proiettili di artiglieria lanciati da oltre confine.
Le forze ucraine stanno già utilizzando armi statunitensi per attaccare la Russia, è la risposta del Cremlino. "Sappiamo che, in generale, le armi di fabbricazione americana vengono già utilizzate per tentare di effettuare attacchi sul territorio russo. E questa è una prova abbastanza eloquente della portata del coinvolgimento degli Stati Uniti in questo conflitto", ha detto il portavoce la stampa del Cremlino, Dmitry Peskov. E il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, minaccia: "La Nato è ormai parte del conflitto, l'uso delle armi nucleari tattiche da parte di Mosca non è un bluff".