AGI - Rimane acceso il dibattito sulle parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha esortato gli alleati a rimuovere le limitazioni che impediscono a Kiev di utilizzare le armi fornite dall'Occidente per attaccare obiettivi in territorio russo. "Le decisioni della Nato debbono essere prese in maniera collegiale, ha chiarito oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un'intervista al Tgnorba, "noi siamo stati molto chiari: tutto il materiale militare che inviamo in Ucraina deve essere utilizzato per proteggere l'Ucraina all'interno del territorio ucraino e controlliamo questo uso. Noi non siamo in guerra con la Russia e non invieremo soldati italiani a combattere".
"Non tocca a Stoltenberg decidere, non è sua competenza", ha poi ribadito il vicepremier giunto a Bruxelles per il Consiglio Esteri, "a volte serve un po' più di prudenza. È una sua opinione ma le decisioni della Nato vengono prese sempre insieme. Comunque la nostra posizione è chiara: le nostre armi si usano all'interno del territorio ucraino". Una "prudenza" evocata ieri anche dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle sue dichiarazioni a "In mezz'ora". "Questo signore è pericoloso, chi può lo fermi", sottolinea il leader leghista, Matteo Salvini. Le affermazioni dell'alto funzionario "non fanno un bell'effetto", osserva Cecilia Strada del Pd, dicendosi d'accordo con l'invito alla cautela del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
"Gli ucraini hanno le mani legate"
In un discorso all'Assemblea parlamentare dell'Alleanza a Sofia, Stoltenberg ha nondimeno rilanciato, affermando che "è giunto il momento di prendere in considerazione l'eliminazione di alcune delle restrizioni esistenti. Vediamo che nella zona di Kharkiv la linea del fronte e il confine sono quasi nello stesso posto, e l'Ucraina non può attaccare obiettivi militari sul territorio russo". "Ciò significa che gli ucraini hanno le mani legate. Vengono attaccati dal territorio russo e non possono rispondere perché ci sono restrizioni sull'uso delle armi", ha aggiunto, "sta agli alleati decidere sulle restrizioni alle armi che loro forniscono all'Ucraina. Non è una decisione della Nato. È una decisione fatta dagli alleati singoli. E stanno prendendo decisioni diverse: alcuni non hanno restrizioni, altri ne hanno differenti. Alcuni alleati hanno tolto le restrizioni, altri no. Il mio messaggio è di riconsiderare queste restrizioni. Perché quando sono troppe leghiamo una mano delle forze ucraine dietro la schiena. Ma è una decisione nazionale, non è della Nato".
"Quando questa guerra è cominciata, nel febbraio 2022, buona parte degli esperti temeva che la Russia avrebbe preso il controllo dell'Ucraina nel giro di settimane. Ciò non è successo. Gli ucraini sono stati in grado di liberare quasi il 50% dei territori occupati dalla Russia. E sono stati in grado di infliggere pesanti perdite agli invasori russo. Detto ciò, dobbiamo fare di più. Perché la realtà è che quello che abbiamo fatto finora non è sufficiente e vediamo alcuni gap nella fornitura di sostegno. Per questo chiedo a tutti gli alleati di fare di più", ha proseguito il segretario generale della Nato in un punto stampa con il premier bulgaro, Dimitar Glavchev.
Stoltenberg ha ricordato che "l'Ucraina ha il diritto all'autodifesa, difende il suo territorio e sulla base della legge internazionale, il diritto alla difesa include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi fuori dall'Ucraina. È parte dell'autodifesa e questo lo vediamo chiaramente nella battaglia di Kharkiv perché le forze russe sono su territorio russo e attaccano oltreconfine, in territorio ucraino. La linea del fronte corrispondete più o meno alla linea di confine. E se non puoi attaccare le forze russe dall'altra parte del confine vuol dire che riduci l'abilità delle forze ucraine di difendersi. Perché i russi possono colpire senza ricevere contrattacchi".
"La Nato non è parte del conflitto"
"Quello che facciamo in Ucraina non rende la Nato parte del conflitto. Essenzialmente la Nato ha due obiettivi: uno è sostenere l'Ucraina e l'altro è prevenire l'escalation del conflitto oltre l'Ucraina. Non vogliamo un conflitto a larga scala tra la Russia e la Nato", ha assicurato Stoltenberg, "la Nato non cerca il conflitto con la Russia, non abbiamo piani di dispiegare truppe Nato in Ucraina o inviare capacità aeree nello spazio aereo ucraino".
"Non vediamo alcuna minaccia imminente di attacchi armati contro nessun alleato della Nato. Ovviamente con la guerra in Ucraina e l'instabilità nel Baltico è stato necessario aumentare la nostra vigilanza e la nostra presenza, sia in terra che in aria, per assicurare di essere pronti a reagire in caso di bisogno", ha concluso.