AGI - La morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi ha aperto inaspettatamente la competizione politica per delineare i candidati alla corsa elettorale. Inizialmente previste per il 2025, la data delle presidenziali è stata indicata nel prossimo 28 giugno prossimo. I nuovi candidati dovranno innanzitutto ottenere il via libera del Consiglio dei Guardiani, l'organo di filtro che, in linea con l'ufficio dell'ayatollah Ali Khamenei, dovrebbe sbarrare la strada a qualsiasi candidato considerato troppo riformista, ma anche moderati invisi all'estabilishment come avvenuto nelle presideziali del 2021 con l'ex presidente del Parlamento Ali Larjani.
Il novero dei candidati è destinato a ridursi a pochi nomi.
MOHAMMED MOKHBER, attuale presidente ad interim, è un conservatore ritenuto su posizioni moderate; potrebbe candidarsi, ma non ha molto consenso. Una sua eventuale elezione a presidente si tradurrebbe in una sostanziale continuità con la linea di Raisi. Altro nome che circola è quello di SAEED JALILI, esponente della linea oltranzista e capo del Consiglio supremo di Sicurezza. Sicuro di passare l'esame del Consiglio dei Guardiani, Jalili è stato a capo della delegazione che ha condotto i negoziati sul nucleare e si è poi fortemente opposto alla ripresa dei negoziati per resuscitare l'intesa del 2015, da cui gli Usa sono usciti in modo unilaterale sotto la presidenza di Donald Trump. Jalili ha fallito la corsa alla presidenza nel 2013 e nel 2021, ma stavolta potrebbe contare sull'appoggio di alcuni dei più stretti collaboratori di Raisi, contrari, invece, all'elezione di Mokhber.
MEHRDAD BAZRBASH, politico della fazione dei principalisti è attuale ministro di Viabilità e sviluppo urbanistico, ha ricoperto posizioni di rilievo nel governo del falco Mahmud Ahmadinejad tra il 2005 e il 2013. MOHAMMED BAQER GHALIBAF, l'attuale presidente del Parlamento, è stato non solo sindaco di Teheran, ma anche ex comandante dei Pasdaran durante la guerra Ira-Iraq. Ha cercato più volte la scalata alla presidenza e fino alla morte di Raisi è stato uno dei principali oppositori dello stesso ex presidente. Proprio Raisi si era opposto alla sua elezione a presidente del Parlamento; è appoggiato dai Pasdaran, ma ha sostenitori anche tra i moderati.
ALI LARIJANI, conservatore moderato, è stato decisivo per giungere a un'intesa sul nucleare con gli Stati Uniti nei negoziati condotti tra il 2008 e il 2020, quando ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento durante il governo di Hassan Rohani. Su Larjani pesa la scure del Consiglio dei Guardiani, che già nelle ultime presidenziali gli ha impedito la candidatura. Potrebbe essere tentato a candidarsi JAVAD ZARIF, architetto dell'intesa sul nucleare con gli Usa del 2015, con fama di abile diplomatico a livello internazionale, conquistata nei suo anni a capo del ministero degli Esteri del governo Rohani. Inviso a Padaran e conservatori, su Zarif potrebbe, pero', calare la scure del Consiglio dei Guardiani.
È probabile che, come nel 2021, ripresenti la sua candidatura ABDOLNASER HEMMATI, ex governatore della Banca centrale e figura vicina a Zarif. ALI AKBAR SALEHI, ex capo dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana ed ex vicepresidente, è un altro nome su cui potrebbero convergere consensi di conservatori e moderati non essendo allineato a nessuna fazione politica in particolare. Nelle ultime presidenziali, Salehi avrebbe dovuto candidarsi ma l'operazione non andò in porto.