AGI - È stata confermata la morte del presidente iraniano, Ebrahim Raisi. Il suo ruolo viene assunto nell'immediato dal primo vicepresidente esecutivo, Mohammad Mokhber. Questo è quanto prevede l'articolo 131 della Costituzione della Repubblica Islamica. La nomina dovrà essere comunque confermata dalla Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, che ha l'ultima parola su tutte le questioni di Stato.
Stabilita un'autorità provvisoria, un consiglio composto dal primo vicepresidente, dal presidente della Camera, Mohammad Bagher Ghalibaf, e dal capo della magistratura, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei, avrà il compito di organizzare l'elezione di un nuovo presidente entro il termine massimo di 50 giorni. Khamenei può però, in alternativa, decidere di chiedere al consiglio di nominare un successore senza ricorrere alle urne per evitare una fase di transizione in un periodo complesso come quello attuale, segnato dalla guerra tra Israele e Hamas.
Nel caso di un'investitura calata dall'alto, buona parte degli analisti punta su Ghalibaf, ex sindaco di Teheran ed ex generale dei Guardiani della Rivoluzione, una figura sopravvissuta a tutte le purghe di Khamenei e che da tempo aspira alla presidenza. Sia Mokhber che Mohseni-Ejei sono ritenuti leali esecutori degli ordini della Guida Suprema che, qualora venisse scelto Ghalibaf, non dovrebbero mettersi di traverso per ambizioni personali. Anche l'attuale capo della magistratura, figura che viene nominata personalmente da Khamenei senza convalida del Parlamento, potrebbe però avere qualche chance. Raisi era stato eletto presidente nel 2021. Le prossime elezioni sono, al momento, previste nel 2025.