AGI - "Non ci sono problemi irrisolvibili tra Turchia e Grecia, la chiave per porre fine alle divergenze tra noi è solo il dialogo". Queste le parole usate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan a margine della storica visita del premier greco Kyriakos Mitsotakis, accolto ieri nella capitale Ankara. Un incontro definito da entrambi i leader politici "positivo e costruttivo". Mitsotakis ha fatto eco al presidente turco, ringraziandolo per l'accoglienza e per l'apertura e auspicato un rapido miglioramento delle relazioni con l'ingombrante vicino turco. Un riavvicinamento che, secondo Erdogan, deve essere basato su un "dialogo tra vicini improntato alla cordialità e al diritto internazionale" e che porti a un continuo scambio di visioni politiche, alla costituzione di un'agenda e alla crescita graduale della fiducia reciproca tra le parti. Una linea che, secondo Mitsotakis, ha già prodotto risultati positivi che si spera spianino la strada a ulteriori progressi. Quello di lunedì è stato il quarto incontro di alto livello tra rappresentanti dei due Paesi, uno sviluppo certamente positivo, alla luce delle forti tensioni che avevano caratterizzato il Mar Egeo negli ultimi anni.
Uno dei temi principali trattati riguarda la gestione dell'immigrazione illegale. Il confine tra i due Paesi rappresenta per molti immigrati la porta per l'Unione Europea. A questo riguardo lo stesso Mitsotakis ha manifestato l'intenzione della Grecia di fare pressione su Bruxelles al fine di garantire più sostegno economico ad Ankara per gestire i flussi irregolari. Il premier greco ha anche assicurato cooperazione nella lotta al terrorismo. Un tema chiave per Ankara, che accusa da anni la Grecia di offrire un porto sicuro ai golpisti del 2016 in fuga e figure legate al terrorismo di matrice separatista curda.
Altro tema spinoso rimane quello della minoranza turca che vive in Grecia, 150 mila persone che vivono nella regione della Tracia, divenuta negli anni una delle più povere del Paese. A far alzare la tensione la chiusura di scuole turche e moschee, decisa negli anni dal governo greco, che ha impedito l'elezione di rappresentanti locali. Più che un elemento divisivo Erdogan ha espresso l'auspicio che "l'atmosfera cambi" e che queste comunità diventino "un ponte che avvicini i nostri due Paesi", più che un elemento divisivo. Una visione condivisa dallo stesso Mitsotakis. La pluridecennale questione di Cipro rimane pero' uno dei nodi irrisolti. Erdogan ha sottolineato che porre fine all'incertezza che vige dal 1974 porterebbe alla risoluzione di problemi che attanagliano da anni l'intera area.
Non solo tensione, ma anche polemiche che riguardano il riconoscimento da parte della comunità internazionale della Repubblica turca di Cipro Nord e la disputa relativa la sovranità sul 40% delle acque e i diritti allo sfruttamento dei giacimenti di gas dell'area. Ankara non riconosce la Repubblica greca di Cipro e mantiene sull'isola un contingente di 35 mila uomini. Una situazione che blocca il cammino verso l'Unione Europea della Turchia e impone a Erdogan di rilanciare i negoziati naufragati nel 2017 in Svizzera, in cui Ankara ha invano agito da garante. Secondo il presidente turco la risoluzione della questione di Cipro, gli accordi siglati durante la visita nella capitale greca Atene lo scorso dicembre e il dialogo intrapreso e portato avanti ieri devono spianare la strada a una riconciliazione su cui, al momento, pesa tantissimo anche la delimitazione dei confini marittimi.
Un tema non direttamente menzionato all'incontro: Erdogan ha recentemente dichiarato di non poter escludere del tutto il ricorso presso la Corte di Giustizia Internazionale, ma ha aperto a un dialogo che porti a un'intesa su questo spinoso tema. "Bisogna procedere secondo un approccio olistico. Non bisogna dare la priorità a un tema su un altro perché cosi' si lasciano questioni in sospeso", ha detto il leader turco. A riavvicinare i due vicini la recente decisione del governo greco di abolire i visti per i cittadini turchi che vogliano recarsi sulle isole greche. Una decisione che Erdogan spera spiani la strada alla liberalizzazione dei visti per l'intera area Schengen.