AGI - Michael Cohen, l’ex avvocato di Donald Trump, ha raccontato oggi in aula, al 15° piano del palazzo del tribunale di New York, il piano per pagare in nero la porno star Stormy Daniels, perché non rivelasse nel 2016 di aver fatto sesso con Trump dieci anni prima.
Cohen, testimone chiave del processo in cui il tycoon è accusato di aver falsificato documenti finanziari per nascondere il pagamento in nero alla donna, aveva anticipato i 130 mila dollari chiesti da Stormy per non rivelare la storia ai media. Trump avrebbe parlato con lui del pagamento e del rimborso anche nel corso di un incontro avvenuto a febbraio del 2017 nello Studio Ovale, alla Casa Bianca, quando il tycoon era diventato presidente degli Stati Uniti.
E proprio questo ruolo è stato ricordato da Cohen, quando ha raccontato la rassicurazione che aveva ricevuto dopo essere finito nel mirino dell’Fbi. "Non preoccuparti, mi disse - ha raccontato il testimone in aula - sono il presidente degli Stati Uniti. Non c’è niente, tutto andrà bene. Tieni duro, andrà tutto bene”.
Nel pomeriggio toccherà alla difesa interrogare l’ex avvocato. L’obiettivo della strategia difensiva è smontare la ricostruzione fatta da Cohen e convincere i membri della giuria popolare che quest’uomo, già condannato per falso, non può essere ritenuto credibile. Anche oggi è stata una giornata campale per i media, che da settimane seguono il processo in aula, dove l’accesso è limitato a un’ottantina di giornalisti, mentre fuori dal tribunale, lungo il marciapiede di fronte all’ingresso, stazionano le troupe televisive e le postazioni da cui vengono dati, continuamente, aggiornamenti nelle infinite dirette tv dei network americani.
A pochi metri è rimasto qualche sostenitore dell’ex presidente ma a New York, in occasione dei processi in cui il tycoon è imputato, non sono mai stati numerosi. Uno di loro mostra il cartello: “Con Trump niente guerre”.