Con il "diritto alla riparazione", l'Unione Europea compie un altro passo avanti verso l'obiettivo di realizzare un modello di economia circolare entro il 2050 nel quadro del Patto Verde europeo, la tabella di marcia dell'UE per raggiungere la neutralità climatica per il 2050.
Nell'aprile 2024 il Parlamento ha approvato la riforma del regolamento sul cosiddetto "diritto alla riparazione" che punta a rafforzare il diritto alla riparazione. Il progetto di questa disposizione mira a incoraggiare un consumo più sostenibile, facilitando la riparazione di beni difettosi, riducendo i rifiuti e sostenendo il settore delle riparazioni. Il relatore del Parlamento, René Repasi (S&D, DE), ha affermato: "Il diritto alla riparazione per i consumatori diventa finalmente realtà. Riparare i prodotti sarà più semplice e conveniente rispetto all'acquisto di nuovi prodotti più costosi. Questo rappresenta un traguardo importante per il Parlamento e dimostra il suo impegno a supportare i consumatori nel combattere il cambiamento climatico".
Perché riparare è meglio
Secondo un'indagine del 2020 di Eurobarometro, il 77% dei consumatori dell'UE preferirebbe riparare i propri beni piuttosto che acquistarne di nuovi, ma poi finisce per sostituirli o scartarli a causa degli elevati costi delle riparazioni e della mancanza di servizi forniti.
Un altro ostacolo a un consumo più sostenibile è l'obsolescenza: alcuni prodotti sono progettati per guastarsi dopo un certo tempo di utilizzo. In alcuni casi, i componenti dei dispositivi sono assemblati in modo tale da non poter essere rimossi e sostituiti.
L'elettronica è la fonte di rifiuti che cresce più rapidamente nell'UE.
Le riparazioni di dispositivi elettronici costituirebbero un beneficio per l'ambiente, portando a una riduzione dell'uso delle risorse, a minori emissioni di gas serra ea un minor consumo di energia.