AGI - Inizia un'altra giornata importante in Medio Oriente. I negoziatori per una tregua tra Israele e Hamas iniziano al Cairo un'altra giornata di confronto dopo che Tel Aviv ha occupato e "sequestrato" il valico di Rafah. Le delegazioni delle tue parti in campo nel conflitto sono arrivate ieri in Egitto per riprendere i colloqui su un accordo che porti al 'cessate il fuoco'. Alcune ore prima, carri armati e truppe israeliane sono entrati nella città meridionale di Gaza e hanno preso il controllo il passaggio di frontiera con l'Egitto, bloccando il flusso di aiuti diretto all'interno dell'enclave. Le Nazioni Unite hanno avvertito che la crisi umanitaria nel territorio assediato si aggraverà. Intanto non si arrestano le bombe che hanno colpito, oltre a edifici e case, anche il Comune
Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano che sta subendo le pressioni degli Stati Uniti e di altri alleati affinché accetti una tregua, ha dichiarato che, pur avendo inviato i negoziatori ai colloqui, “in tandem, continuiamo a condurre la guerra contro Hamas”. Gli analisti hanno detto che l'incursione di Israele a Rafah potrebbe aumentare la pressione sui militanti palestinesi ma che i risultati possono essere opposti. Ovvero, è un azione che porterà a un accordo o saboterà i colloqui in corso?. La mossa non sembra rappresentare però quella piena invasione di terra di Rafah che Israele minacciava da tempo e su cui molti suoi alleati volevano che venisse evitata. L'esercito israeliano ha definito la mossa “un'operazione antiterrorismo molto precisa”. Netanyahu sta cercando di rassicurare i suoi numerosi critici interni, militari e diplomatici.
Il direttore di un ospedale di Rafah ha dichiarato che dall'inizio dell'incursione sono stati portati nella sua struttura 27 corpi senza vita e 150 feriti. Le truppe di Tel Aviv hanno dichiarato di aver ucciso circa 20 persone a Rafah, descrivendo i morti come militanti di Hamas.
Molti funzionari e osservatori internazionali hanno condannato l'incursione. Il Ministero degli Esteri egiziano ha definito il sequestro del valico di Rafah da parte di Israele una “pericolosa escalation”, mentre Josep Borrell, il più alto diplomatico dell'Unione Europea, ha dichiarato di temere che possa causare “molte vittime”.
La scorsa settimana il presidente Biden ha sospeso una spedizione di armi a Israele per evitare che le armi di fabbricazione statunitense venissero utilizzate in un assalto a Rafah, hanno dichiarato ieri dalla Casa Bianca. "Abbiamo messo in pausa una spedizione di armi la scorsa settimana. Si tratta di 1.800 bombe da 2.000 libbre (907 kg) e 1.700 bombe da 500 libbre (226 kg)", ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione che ha voluto mantenere l'anonimato, aggiungendo che "non abbiamo ancora preso una decisione definitiva su come procedere con questa spedizione".
Attivisti e familiari degli ostaggi hanno intanto bloccato l'autostrada Ayalon a Tel Aviv durante l'ora di punta mattutina. I manifestanti, che impediscono la circolazione del traffico in direzione nord allo svincolo di Rokach, chiedono un accordo con Hamas per il rilascio dei rapiti. In Israele è atteso l'arrivo del capo della Cia, William Burns, per colloqui con il premier Netanyahu.
Idf, abbiamo pianificato che la guerra durerà un anno
"Abbiamo pianificato una guerra della durata di circa un anno. Gaza è forse uno delle arene più difficili al mondo". Lo ha affermato il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, intervenendo alla conferenza organizzata da Yediot Ahronoth.
"Non siamo entrati a Rafah tre o quattro mesi fa perché non c'erano le condizioni operative per farlo", ha aggiunto. "Anche dopo che avremo affrontato Rafah ci sarà il terrorismo. Hamas si sposterà a nord e cercherà di riorganizzarsi. Ovunque ritorni Hamas, agiremo", ha assicurato Hagari.