AGI - L'esercito israeliano (Idf) ha affermato di aver preso il "controllo operativo" del lato palestinese del valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l'Egitto e che le truppe stanno esplorando l'area. "In questo momento abbiamo forze speciali che stanno ispezionando il valico. Abbiamo il controllo operativo dell'area e di altri valichi" hanno detto fonti militari, "Stiamo parlando solo del lato di Gaza del valico di Rafah". L'esercito israeliano ha pubblicato video dei carri armati che prendono il controllo del lato di Gaza del valico di Rafah, al confine con l'Egitto. Il passaggio è stato preso nel corso di una "operazione mirata" contro Hamas in "aree limitate della parte orientale di Rafah", dice l'Idf che afferma di avere "informazioni di intelligence secondo cui i terroristi stavano utilizzando l'area di attraversamento per scopi terroristici".
Domenica, Hamas ha lanciato razzi dall'area di attraversamento di Kerem Shalom, nel sud di Israele, uccidendo quattro soldati e ferendone altri. Prima di lanciare l'operazione notturna, l'IDF ha detto di essersi coordinata "con le organizzazioni internazionali che operano nell'area, cui è stato chiesto di spostarsi verso l'area umanitaria, come parte dello sforzo di evacuazione della popolazione in atto". Israele ha colpito la città di Rafah, a Gaza, durante la notte, cercando di fare "pressione" su Hamas in vista dei colloqui che si terranno oggi in Egitto con l'obiettivo dell'approvazione di una proposta di tregua che sia ritenuta soddisfacente da entrambe le parti. Dopo aver promesso per settimane di spingersi all'interno della città di confine, lunedì Israele ha chiesto ai palestinesi della parte orientale di Rafah di abbandonare quella che è stata definita una "zona umanitaria allargata" in vista di un'incursione di terra. Un corrispondente dell'AFP ha riferito di pesanti bombardamenti che si sono susseguiti per tutta la notte mentre l'ospedale kuwaitiano, presente nel perimetro cittadino, ha dichiarato alle prime ore di martedì che cinque persone erano rimaste uccise e molte altre ferite negli attacchi aerei.
Il giallo della tregua
Dopo nuovi e intensi colloqui, Hamas ha dichiarato di aver informato i mediatori Egitto e Qatar di "approvare la loro proposta di un cessate il fuoco", spingendo la folla a scendere in piazza a Rafah. L'ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha però giudicato l'accordo come un qualcosa di ancora "lontano dalle richieste essenziali di Israele", anche se il governo di Tel Aviv ha fatto sapere di voler inviare i negoziatori per "arrivare a un accordo". Nel frattempo, ha aggiunto, "Israele sta continuando l'operazione a Rafah per esercitare una pressione militare su Hamas al fine di ottenere il rilascio dei nostri ostaggi e il conseguimento degli altri obiettivi della guerra". Gli Stati Uniti, stretti alleati di Israele, hanno dichiarato di stare "esaminando" la risposta di Hamas.
Khalil al-Hayya, membro tra i più autorevoli di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera, emittente con sede in Qatar e oscurata in Israele, che la proposta concordata da Hamas prevede una tregua in tre fasi, per poi specificare come includa un ritiro completo di Israele da Gaza, il ritorno dei palestinesi sfollati a causa del conflitto e uno scambio di ostaggi-prigionieri, con l'obiettivo di un "cessate il fuoco permanente". Il Qatar ha dichiarato che in mattinata invierà una delegazione al Cairo per riprendere i negoziati. Un altro funzionario di Hamas, parlando con l'AFP in forma anonima, ha detto che Israele deve ora decidere se accettare o "ostacolare" una tregua.
La situazione a Rafah
Rinnovando l'appello a lasciare Rafah, il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha sottolineato come le azioni per ora non si fermeranno: "Gli aerei hanno preso di mira più di 50 obiettivi terroristici" in tutta la città e nelle ultime 24 ore. Intanto continua a farsi più forte l'allarme internazionale sulle possibili conseguenze di un'invasione di terra israeliana a Rafah. Un'incursione nella città, situata vicino al confine con l'Egitto, sarebbe "intollerabile", ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, invitando Israele e Hamas "a fare un passo in più" per raggiungere un accordo. "È un'opportunità che non può essere persa e un'invasione di terra a Rafah sarebbe intollerabile per le sue devastanti conseguenze umanitarie e per il suo impatto destabilizzante sulla regione", ha aggiunto Guterres.
Il ministero degli Esteri egiziano, da parte sua, ha avvertito di "gravi rischi umanitari" per l'oltre milione di abitanti di Gaza che vi si rifugiano e ha esortato Israele a "esercitare la massima attenzione". Il re giordano Abdullah II ha chiesto al presidente statunitense Joe Biden di intervenire per fermare un "nuovo massacro" a Rafah. In una conversazione con Netanyahu lunedì, Biden ha ribadito "la sua chiara posizione" contraria a un'invasione della città.
Netanyahu, però, tira dritto promettendo di inviare truppe di terra a Rafah indipendentemente da qualsiasi tregua e affermando che è necessario sradicare le forze rimanenti di Hamas per evitare che si ripetano i sanguinosi attacchi del 7 ottobre che hanno scatenato la guerra a Gaza. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1,2 milioni di persone sono rifugiate a Rafah. Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani e delle famiglie disperse ha dichiarato in un comunicato, dopo l'annuncio di Hamas di una possibile tregua, che "è giunto il momento per tutte le parti coinvolte di rispettare il proprio impegno e trasformare tutto ciò in un accordo per la restituzione di tutti gli ostaggi". Hamas ha detto che Israele sta pianificando un'offensiva su larga scala "senza tenere conto della catastrofe umanitaria in corso" nella Striscia di Gaza assediata e della sorte degli ostaggi detenuti.
Israele ha risposto con un ordine di evacuazione da Rafah, "limitato" e temporaneo, volto a "portare le persone fuori pericolo" prima di azioni dirette. Nel comunicato, l'esercito di Tel Aviv ha esortato coloro che si trovano nella parte orientale di Rafah a dirigersi verso la "zona umanitaria allargata" di Al-Mawasi, sulla costa ma i gruppi e le associazioni umanitarie hanno detto che Al-Mawasi non è pronta per accogliere un tale afflusso di persone. Le autorità palestinesi hanno riferito di "migliaia" di gazesi che hanno lasciato, pian piano, la parte orientale della città. Alla domanda su quante persone dovrebbero spostarsi, un portavoce militare israeliano ha risposto: "La stima è di circa 100.000 persone" ma, secondo le autorità palestinesi, la zona di evacuazione designata ospita già circa 250.000 persone, molte delle quali già sradicate da altri luoghi.
Abdul Rahman Abu Jazar, 36 anni, ha detto ad AFP che l'area "non ha abbastanza spazio per noi anche solo per montare le tende" perché è già piena. "Dove possiamo andare?", ha chiesto. L'Unicef ha avvertito che, proprio per questo, circa 600mila bambini stipati a Rafah rischiano di subire "un'ulteriore catastrofe". Il principale gruppo di assistenza a Gaza, l'Unrwa, ha aggiunto che un'offensiva israeliana a Rafah significherebbe "ulteriori sofferenze e morti tra i civili".