AGI - L'Egitto si prepara a respingere il flusso di profughi palestinesi da Rafah. L'esercito israeliano, dopo aver intensificato i bombardamenti, ha dato il via all'operazione di terra e l'intelligence egiziana stima che tra i 50 mila e i 250 mila palestinesi possano ammassarsi al confine, nel tentativo di raggiungere il territorio del Sinai egiziano. Una eventualità che il regime del presidente egiziano Abdel Fettah al Sisi è deciso a scongiurare con ogni mezzo possibile: accordi con tribù beduine, ma anche muri, sbarramenti, check point e carri armati. Negli scorsi giorni è stata ufficializzata l'alleanza delle 5 tribù più influenti della provincia egiziana di Rafah; milizie beduine da considerare "una fazione dell'esercito egiziano". A queste ultime le forze di sicurezza governative hanno chiesto la massima collaborazione "nel monitoraggio di qualsiasi infiltrazione da parte di palestinesi" verso i villaggi del centro e del nord del Sinai. In questi mesi di conflitto tra Israele e Hamas la popolazione della parte palestinese di Rafah è passata da 300 mila abitanti a 1,5 milioni. Sfollati finiti in una trappola, la cui via d'uscita più semplice è proprio il valico con l'Egitto. Proprio il governo egiziano ha ribadito più volte il rifiuto ad accogliere sul proprio territorio i profughi palestinesi. Al Sisi ha dichiarato più volte che liberare Gaza dai palestinesi spingendoli verso il Sinai è "un piano del governo israeliano".
Le milizie beduine, comandate dal leader tribale Ibrahim al Organi, operano dal 2015 sul territorio. Dapprima impegnate nel contrasto delle locali fazioni islamiste, questi gruppi paramilitari hanno poi spesso applicato con metodi violenti e arresti arbitrari per consolidare il controllo del governo nell'area. Che l'Egitto non voglia i profughi palestinesi è confermato anche dall'aumento di check point e postazioni militari nell'area egiziana di Rafah. La parte egiziana della città si trova direttamente dall'altro lato del confine, distante 15km dalla città di Sheikh Zuweid e 50 dalla località portuale di al-Arish.
La popolazione di queste città è composta da membri di tre gruppi tribali (Tarabin, Sawarka e Romaylat) e decine di migliaia di palestinesi giunti dopo il 1948. Già nel 2014 il governo egiziano ha creato una zona cuscinetto di 5 km lungo il confine con la Striscia di Gaza, all'interno del proprio territorio, considerata zona militare. Nel 2021 la zona cuscinetto è stata estesa dal ministero della Difesa egiziano. Un territorio nel quale nuove torri di controllo, diversi carri armati M60, blindati e mezzi tecnologici sono stati ora dispiegati per monitorare ed evitare qualsiasi passaggio illegale di palestinesi. Un nuovo muro di cemento e sbarramenti di ferro sono stati edificati nelle ultime settimane lungo il confine con la Striscia, fino a costituire uno sbarramento lungo 13,5 km che va dalla costa nord di Rafah fino al valico di Kerem Shalom. Un altro muro era sorto, per mano dell'esercito, nei mesi scorsi, a serrare ogni possibilità di passaggio tra la zittà di Sheikh Zuweid e Al Arish. Unico pezzo di terra popolato dell'area è il villaggio di Al Barth, dove è nato lo stesso Al Organi e quindi blindato.
Le forze egiziane e paramilitari beduini sono principalmente dispiegati in quella che il trattato del 1979 siglato tra Egitto e Israele designa come zona C, destinata a essere controllata da forze internazionali di peacekeeping e osservatori da affiancare a ufficiali egiziani. Nonostante le precauzioni che l'Egitto ha preso per evitare un flusso di profughi le cose potrebbero non andare secondo i piani delle autorità egiziane. Storicamente difficile da controllare e poroso per i profughi in fuga, il confine di Rafah potrebbe andare rapidamente fuori controllo con l'intensificarsi degli attacchi israeliani.
Fino al trattato del 1979 Rafah era una città unica, non divisa tra Egitto e Israele come ora ed è importante ricordare che sono tantissimi i palestinesi di Gaza che hanno parenti dall'altro lato del confine. Profughi fuggiti dopo il 1948 e nei decenni successivi, famiglie il cui legame è rimasto forte. Rafah fu spezzata in due e divisa tra Israele ed Egitto proprio nel 1979. Altro fattore è il codice d'onore dei beduini, regole comportamentali non scritte, ma fortemente intrecciate alla cultura locale, che da secoli impongono di ospitare e aiutare persone in difficoltà.