AGI - Le proteste studentesche pro-Gaza nei college americani sono entrate nella seconda settimana, proprio mentre in molte università si avvicina la cerimonia delle consegne dei diplomi di laurea. Sono centinaia i manifestanti arrestati finora in tutti gli Stati Uniti. La parola d'ordine diventata simbolo della protesta è "divest", che sarebbe l'opposto di investire ma ha una sfumatura diversa da "disinvestire": gli studenti chiedono ai vertici universitari di recidere i rapporti economici con Israele, sia vendendo quote in imprese israeliane sia uscendo da accordi con compagnie che fanno affari con Israele.
La Columbia University, per esempio, una delle università americane più prestigiose, ha più di 13 miliardi di dollari investiti in compagnie, come Microsoft e Airbnb, che fanno affari con Israele. Altre scuole, come Cornell e Yale, hanno chiesto ai vertici di mettere fine agli investimenti in aziende produttrici di armi. Nessuna università, finora, ha accolto le richieste. Alla Columbia, New York, si registra la situazione più delicata, dopo che è scaduto l'ultimatum dato dal board scolastico ai manifestanti a lasciare il campus. Il vertice scolastico ha annunciato l'avvio delle sospensioni dall'università nei confronti di chi non ha lasciato l'area. L'ultimatum è scaduto da tre ore e gli studenti hanno annunciato che proseguiranno l'occupazione. "Non ci faremo intimidire - hanno detto i portavoce dei manifestanti - da questi tentativi che puntano a soffocare la protesta studentesca".
All'università del Texas, ad Austin, agenti in assetto antisommossa hanno arrestato sei persone, che però non risulterebbero studenti ma persone esterne che hanno utilizzato il campus per portare avanti le proteste. La polizia ha dichiarato di aver sequestrato mazze da baseball. A Virginia Tech la polizia ha fermato novanta persone, di cui 54 studenti. Numerosi arresti anche all'Università della Georgia, ad Athens, dove nel campus sono state allestite tende. L'Università della Pennsylvania ha messo attorno all'area della scuola una serie di cartelli con l'avviso a "non oltrepassare" la proprietà privata. I vertici di Brown University, nello Stato del Rhode Island, hanno offerto ai manifestanti la possibilità di discutere a maggio le possibili dismissioni dei rapporti economici con Israele a patto che il campus venga "liberato in modo pacifico nei prossimi giorni e non vengano messe in atto altre manifestazioni di protesta non autorizzate".