AGI - È stato rilasciato l'attore francese Gerard Depardieu, posto in stato di fermo per le accuse di violenza sessuale depositate da due donne e relative a episodi del settembre 2021, durante le riprese del film 'Les Volets verts' di Jean Becker. L'attore, ha riferito la procura di Parigi, sarà giudicato a ottobre prossimo.
Il mostro sacro del cinema francese, Gerard Depardieu, è stato ascoltato da un team di investigatori e rischia il fermo per violenza sessuale. Da anni al centro di uno scandalo anche mediatico, la star del cinema d'Oltralpe ormai decaduta viene accusata di molestie da altre due donne, che lo hanno denunciato formalmente, allungando l'elenco già corposo a suo carico. Proprio queste due ultime denunce rischiano di far cadere definitivamente il protagonista di Cyrano de Bergerac, che si sarebbe reso responsabile di molestie durante le riprese di due film. La prima presunta vittima è un'assistente che nel 2014, all'età di 24 anni, ha collaborato alla produzione di "Magicien et les Siamois", del regista Jean-Pierre Mocky. Secondo la sua versione, l'attore le avrebbe messo "le mani su tutto il corpo" prima di rivolgersi a lei con "parole indecenti", ha riferito al quotidiano regionale Le Courrier de l'Ouest. Un comportamento che lo avrebbe posto nel mirino per molto tempo. Lo scorso gennaio la ragazza aveva presentato denuncia per "violenza sessuale su una persona vulnerabile da parte di qualcuno che abusava dell'autorità della sua posizione".
La seconda denuncia, presentata lo scorso febbraio per "violenza sessuale", "molestie" e "oltraggi sessisti", è quella di una arredatrice di scena di 53 anni. Secondo le sue dichiarazioni, l'attore 75enne l'avrebbe afferrata in un corridoio, bloccandola, e aggredendola con parole volgari. La troupe cinematografica, venuta a conoscenza dei fatti, avrebbe chiesto all'attore di scusarsi, cosa che lui avrebbe fatto. Successivamente, a marzo, la Procura di Parigi ha aperto un'inchiesta, confermando un'informazione rilanciata prima da Mediapart. Lo sviluppo giudiziario di oggi potrebbe rappresentare il colpo di grazia definitivo per Depardieu.
Il gigante del cinema francese è già stato incriminato nel dicembre 2020 per "stupro" e "aggressione sessuale", dopo la denuncia dell'attrice Charlotte Arnould, che ha riferito di due stupri nella casa parigina dell'attore alla fine di agosto 2018. La denuncia dell'attrice Helene Darras, che ha accusato Depardieu di averla aggredita sessualmente durante le riprese di un film nel 2007, è stata invece archiviata a fine dicembre scorso per via della prescrizione. Nel dicembre 2023, anche la giornalista e scrittrice spagnola Ruth Baza ha presentato una denuncia in Spagna contro l'attore, accusandolo di "stupro", a Parigi nel 1995. Sempre lo scorso dicembre, a rendere ulteriormente drammatico l'impatto dei comportamenti molesti di Depardieu, il triste fatto di cronaca della morte suicida, gettandosi da un ponte nella Senna, dell'attrice Emmanuelle Debever, 60 anni, una delle prime accusatrici dell'attore per violenza sessuale, ma la sua denuncia era stata archiviata nel 2019. Proprio per una tragica coincidenza, lo stesso giorno della sua morte è andato in onda un programma di investigazione dell'emittente France 2, "Complement d'enquete", intitolato "Depardieu, la caduta dell'orco". In quella trasmissione, un video scandalo ha documentato parole oscene che il celebre attore ha rivolto a donne e persino a una bambina di 10 anni durante una suo viaggio in Corea del Nord.
In tutto altre 13 donne lo hanno accusato di violenza sessuale ad aprile 2023, nelle colonne di Mediapart, per fatti commessi sui set di film usciti tra il 2004 e il 2022. Depardieu, sulla via del tramonto e in netto calo di popolarità, nega da sempre le accuse a lui rivolte. Ha cercato di difendersi personalmente in una lettera aperta, pubblicata lo scorso ottobre su Le Figaro. "Mai e poi mai ho abusato di una donna. Fare del male a una donna sarebbe come prendere a calci mia madre nel grembo materno", ha scritto l'attore di fama internazionale. "Al tribunale dei media, al linciaggio che mi è stato riservato, ho solo la mia parola da opporre", aveva argomentato nella sua missiva. Il caso Depardieu è anche finito al centro del dibattito pubblico e politico francese, con prese di posizione di segno opposto, critiche e polemiche, che hanno reso la sua vicenda ulteriormente mediatica e polarizzante.
Nello stesso mondo del cinema, alcune colleghe e alcuni colleghi si sono espressi a suo sostegno, tra cui la sua ex compagna, l'iconica attrice Carole Bouquet, assicurando che "Gerard non è un mostro. Basta con questo tribunale mediatico". Altri invece hanno preso le distanze dalla sua figura o hanno riconosciuto che i suoi comportamenti molesti sui set sono ben noti nell'ambiente. "Tutti quelli che hanno lavorato con Depardieu nel cinema sanno che attacca le donne, verbalmente o fisicamente", ha testimoniato l'attrice, Anouk Grinberg, ex compagna dell'attore Bertrand Blier, amico stretto di Depardieu, che lei stessa conosce da 30 anni. Altre polemiche sono state alimentate dalle dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron che aveva definito Depardieu "un orgoglio per la Francia", nonostante le accuse di stupri e aggressioni sessuali. Per l'associazione MeTooMedia, "con le sue parole ha avallato la cultura dello stupro ai vertici dello Stato, invece di passare alla storia come il presidente del progresso nella causa delle vittime delle violenze coniugali, delle violenze sessiste e sessuali". Per l'ex presidente socialista Francois Hollande, invece, "Depardieu è un aggressore per le donne e per il suo stesso paese, la Francia".
Sulla scia degli ultimi sviluppi imbarazzanti, l'Ordine nazionale del Que'bec ha operato la radiazione di Depardieu dall'istituzione, ritirandogli il titolo di cavaliere, assegnato nel 2002. Per giunta, nei mesi scorsi, la statua del noto attore è stata rimossa dal percorso del celebre museo parigino Grevin, mentre una procedura disciplinare avviata dall'Ordine della Legione d'Onore potrebbe portare al suo ritiro. L'attore ha messo a disposizione l'onorificenza - consegnata nel 1996 dall'allora presidente Jacques Chirac - ma Macron si è finora rifiutato di ritirargliela.